Cosa può unire la passione per l’esplorazione al Grande Cinema? Visitando gli “studios” umbri possiamo averne una chiara risposta. Ai loro massimo splendori, infatti, contribuirono a sfornare colossi italiani, tra cui celebri film di Benigni : si tratta del pluri-premiato La vita è bella e il costosissimo Pinocchio, entrambi passati alla storia per i rispettivi record.
E dopo la gloria, l’oblio. Nel 2013, scaduta la convenzione con Cinecittà che pagava al comune ventimila euro mensili, l’amministrazione non ha saputo sopperire alle esigenze economiche del complesso, già parzialmente abbandonato dal 2010. Ora vige in uno stato di completo degrado da un paio d’anni. Decidiamo dunque di esplorarne i suoi amabili resti.
Ingresso principale : La facciata dei capannoni ci dà il benvenuto con un inciso del primo articolo della costituzione, che, vista la situazione lavorativa del luogo, appare beffardo e ancora più sbiadito. Appena dentro il villaggio, si erge uno spazio ibrido tra fabbrica e ufficio, il quale si dirama in casermoni decadenti. A sinistra si entra nel regno di Cinecittà : c’è un Bar, un paio di teatri di posa e uno spazio aperto di smisurata grandezza, confinato da un solo fabbricone disfatto. Lì appresso, una grossa massa in legno nero ci svela che eravamo troppo piccoli quando la balena di Pinocchio ci faceva sgranare gli occhioni e stringere il braccio paterno.
Quella che credevamo grande come un palazzo, si scopre invero poco più alta di tre metri.
Siamo letteralmente nel Paese dei Balocchi :
a destra della balena, un deposito racchiude le giostre e le attrazioni del mondo di Pinocchio. Poi un intero castello in vetroresina. Un finto mulino e altre scenografie in legno.
Ma non finisce qui. Tornando all’ingresso e dirigendoci nella direzione opposta, scopriamo la gigantesca Fabbrica, un tempo, centrale idroelettrica. Qui bisogna porre particolare attenzione in alcune zone pesantemente inquinate dall’amianto.Con le giuste misure di sicurezza, possiamo proseguire il tour e ammirare con sdegno un intrico di ponticelli, cisterne e macchinari abnormi, tutti lasciati arrugginire. Se si riesce a raccogliere coraggio per scendere le scale, poste all’angolo dell’edificio , ci si può infine immergere in un’ambientazione ai limiti del fantastico e dell’inquietante. Un insieme di scenografie artificiali fantasy sembrano ispirate a “Il Castello Errante di Howl”ed al celebre videogioco Quake, “sparatutto zombie”.
Fortunatamente incontri indesiderati non ne abbiamo avuti….
…ma uscendo un pensiero ci sfiora la mente, su quello che sembra il reale pericolo del posto : come è possibile abbandonare un’area così senza nemmeno bonificarla?
AL.T.

Fondatore ed admin di Ascosi Lasciti, creato per radunare alcuni tra i migliori esploratori urbani, da sempre innamorato dei luoghi dimenticati. Vincitore di numerosi premi internazionali in ambito documentaristico e reportaggistico. Si occupa essenzialmente di videomaking, fotografia e graphic design.