Quello che vi stiamo per presentare è uno dei casi di archeologia industriale più interessanti nel centro Italia, date le dimensioni e le splendide architetture interne ancora in piedi. La struttura è in abbandono da decenni e già nei primi anni ’80 si parlava di bonificarne l’area, altamente inquinata, soprattutto per la presenza di amianto e di agenti chimici. Aveva una fabbrica gemella più a sud, sempre lungo mare, che è stata in parte abbattuta e in parte ripristinata (fai click qui per visitarla)
Nel corso degli anni è stata utilizzata in vari modi, anche dai transessuali che stanziano lungo la statale per appartarsi nottetempo con i loro clienti. Più recentemente è stata letteralmente colonizzata da una comunità di senzatetto provenienti per lo più dall’Est Europa che hanno ricavato stanze e alloggi di fortuna dalle mura fatiscenti della struttura. In effetti si è trasformata in un vero e proprio piccolo villaggio, che, date le dimensioni immani del complesso, ricorda scenari di film post-apocalittici.
Nella nostra ultima visita abbiamo incontrato gente a passeggio nelle varie stradine interne, altri che tornavano con buste della spesa, persone in bicicletta, panni stesi, ecc… tanto che l’iniziale senso di pericolo che si prova in questi casi, è andato costantemente scemando, così che ad un certo punto ti sentivi semplicemente come un turista che stava girovagando in qualche sperduto borgo di confine.
Alcuni anni fa’ venni a girarci un cortometraggio ed alcune delle macro-aree erano in un migliore stato di conservazione, come l’immenso capannone verso sud con ancora le travi a vista che creavano un fantastico contrasto col cielo, e la parte centrale, tutta in legno, che sembrava uscita da un film western. Ora non esiste più, crollata a causa della massiccia nevicata di qualche tempo fa.
Il blocco centrale rimanente, è costituito da una serie di livelli in cemento che si raggiungono tramite pericolose scale senza balaustra, quindi sconsiglio vivamente di andarci, anche perchè sono rimasti i fori che in ogni piano ospitavano gli enormi macchinari…
Il grande complesso a nord è ancora in piedi ed è forse una delle visioni più belle mai incontrate nelle esplorazioni industriali. Si tratta di una struttura ciclopica, altissima, caratterizzata da uno spettacolare incrocio continuo di piloni e travi di cemento, che evocano atmosfere ed ambientazioni steampunk. In questa zona ci sono anche un paio di “abitazioni” ricavate in alcuni angoli chiusi, munite addirittura di porte con lucchetti.
La varietà delle differenti aree interne della fabbrica e i campi lunghissimi che la connotano, permettono di trascorrere almeno un paio d’ore di esplorazione, ricordando di stare attentissimi ai molti pericoli celati al suo interno.
Come sempre, però, sconsigliamo di avventurarvi in questi posti, pericolosi per le coperture in stato di degrado e in continuo distaccamento, per la presenza massiccia di agenti inquinanti e per gli inquilini abusivi che potrebbero storcere il naso di fronte a fotografi impiccioni.
AL.T

Fondatore ed admin di Ascosi Lasciti, creato per radunare alcuni tra i migliori esploratori urbani, da sempre innamorato dei luoghi dimenticati. Vincitore di numerosi premi internazionali in ambito documentaristico e reportaggistico. Si occupa essenzialmente di videomaking, fotografia e graphic design.