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CHIESE, CONVENTI e CIMITERI abbandonatiMARCHE urbex

I Custodi del cimitero

Articolo di Maggio 24, 2014Ottobre 7th, 2017Nessun commento

Capitati in zona per altri motivi, la mia ragazza scorge una strana costruzione sulla collina. Come consuetudine, facciamo incetta di  informazioni presso gli autoctoni (in questo caso un caro amico), il che ci ha portati a scoprire questo interessante convento, adiacente un piccolo cimitero di paese. Della sua storia si sa poco o nulla, da alcune incisioni interne suppongo che il nucleo originario potesse risalire al 1600, e dalla forte situazione di degrado, comprensiva di gravi rischi di crollo di buona parte delle coperture, ipotizzo almeno una ventina d’anni di abbandono totale.

L’accesso è molto semplice ed il luogo presenta segnali di incursioni, seppure non in misura eccessiva, essendo ancora abbastanza “nuovo” tra gli esploratori urbani. Un porticato con cortile centrale e l’immancabile pozzo accoglie il visitatore. La vegetazione è cresciuta selvaggiamente e i rampicanti si sono impossessati di buona parte della struttura. Alcune delle impalcature lignee (anch’esse d’epoca) sono cedute andando purtroppo a danneggiare uno dei due splendidi esemplari di carri funebri di fine ‘800, che aveva reisistito egregiamente alle intemperie e al trascorrere impietoso degli anni. Affreschi di santi corrono lungo tutta la parte alta interna del loggiato, anche essi hanno ben sopportato il passare del tempo.

I carri funebri sono una delle perle di questo posto

La nostra visita, come purtroppo accade spesso, deve essere abbastanza veloce, ed insieme alla mia compagna di avventure ispezioniamo velocemente il piano terra, senza trovare molto, a parte stanzoni vuoti, alcuni forse interessati da un principio d’incendio.

Salendo al primo piano si accede all’area dove erano situati gli alloggi dei frati. Le stanze sono spoglie e le sole cose che ancora si possono ammirare sono le volte interne delle celle e alcune scritte dipinte direttamente sulle porticine. Una piccola cappella e alcuni passaggi murati (che dovevano condurre alla chiesa adiacente), fino a che non incontriamo un vero capolavoro: i bagni del convento. Disposti in blocco quadrato al centro di una stanza alla quale si accede da un corridoietto seminascosto, sono semplici sedute di pietra con al centro un buco e una specie di coperchio di legno per tapparlo. La privacy era garantita dall’archetto in cui ogni gabinetto era racchiuso.

Salendo al secondo piano, il pericolo di crollo si fa preoccupante e, a parte una piccola e splendida cappellina affrescata, non troviamo  altro che stanze vuote. Cerchiamo di capire come accedere alla chiesa e imbocchiamo una rampa di scale che scende in quella direzione. In fondo alle scale si notano dei tentativi di chiusura, con assi di legno, che qualcuno ha già provveduto a schiodare…mi infilo e all’improvviso il cuore inizia a battere veloce, e mi blocco, raggelato.

 

Da uno spiraglio di una porta intravedo una figura umana, vestita con una tunica da frate. Mi riprendo, mi sporgo lentamente e realizzo che si tratta di due statue dipinte, a grandezza naturale, appoggiate al centro di quella che era la sagrestia. Una bellissima luce ci accoglie, seppure le statue siano abbastanza inquietanti e la loro eccessiva vicinanza risulti non troppo piacevole. Un enorme mobile tristemente depredato e semidistrutto, completa il quadro.

Successivamente, troviamo la porta che ci permette di entrare nella chiesa, completamente picchettata dalle impalcature, che rendono difficoltoso persino il passaggio, figurarsi lo scattare foto! I lavori, dei quali rimangono tracce evidenti, sembrano interrotti anch’essi da diversi anni.

Alla fine di questa pur breve escursione, mi sento di consigliare la visita a questo convento, perchè presenta degli spunti davvero interessanti. E’ comunque un posto da esplorare con una certa attenzione, a causa della poca stabilità dell’edificio, dei numerosi crolli e buche presenti.

“Niente nel tempo si trova di quello che c’è di più vile nel tempo di oggi”

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