Le case coloniche, nel centro Italia, sono numerosissime.
Sono quasi tutte abbandonate e spesso non vengono rivalorizzate per la loro estrema semplicità e monotonia strutturale.
Per lo più si tratta di costruzioni “spartane”, funzionali, che potessero accogliere il numero più elevato di inquilini.
La dimora in esame però ha qualcosa di diverso : si tratta di un ex museo della civiltà contadina, in mostra nelle sue ampie stanze.
Purtroppo, quasi tutta la collezione è stata trasferita negli anni passati e la casa è in procinto di ristrutturazione per opera di un imprenditore edile.
Nonostante la recinzione, entrare è molto facile : più di un buco, nella rete di confine, permette di accedere facilmente nell’aia antistante.
Il primo stabile che incontriamo sulla via è un magazzino o un’ ex stalla. Rimangono pochissimi elementi per poter fare una distinzione.
Entrando nella struttura principale, la situazione migliora moderatamente.
Mobilio ed oggetti di vario tipo, tappezzano il pavimento, altrimenti spoglio, dell’immobile.
Rimangono cartacce e documenti sparsi, accanto a sacchetti pieni d’immondizia.
Al piano superiore bisogna prestare attenzione ad uno spettacolo poco piacevole : un tappeto di chiodi, allineati in lunghe file, sporgono pericolosamente dal muro.
Osservando meglio, possiamo notare che compongono sagome ben preciso .
La più comune è a ferro di cavallo, per sorreggere pezzi dell’ex collezione.
Nella stanza adiacente, altre viti affisse ai perimetri, formano figure geometriche più disparate.
Dai semplici chiodini per piccole foto, ai complessi cerchi per mostrare ruote di carro.
Sullo stesso piano troviamo anche le camera, con i letti originari di mezzo secolo scorso.
Il giro prosegue al pianterreno, dove sono ubicate stalle e ripostigli.
Grande meraviglia nel trovare una pesa datata , tenuta in buona conservazione.
Trattandosi di oggetti pesanti,sono più improbabili i tentativi di sciacallaggio.
In toto, l’edificio non è eccessivamente vandalizzato e mostra alcuni aspetti di interesse storico.

Nato nel 1986. Fotografo per passione dal 2007. Appassionato di fotoreportage, ha trovato nell’Urbex un altro modo di raccontare storie.
Caporedattore per il blog decennale di Ascosi Lasciti.