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ALBERGHI e RISTORANTI abbandonatiMARCHE urbex

La Villa del Gatto : Tesori che puoi scoprire nei Posti Abbandonati

Articolo di Agosto 18, 2014Febbraio 17th, 2018Nessun commento

Di norma non riveliamo i posti dove andiamo, tranne ai collaboratori più stretti e fidati.
Come sapete cari lettori, le motivazioni sono delle più fondate, da questioni di sicurezza alla salvaguardia degli edifici, ma oggi faremo un’ eccezione. Il motivo? Il posto è molto conosciuto e di facile accesso; oramai la struttura è di proprietà di madre natura e di alcuni softgunners che la domenica ammazzano il tempo scaricandosi pallini di plastica addosso. Siamo sinceri:  premetto che non c’è niente di particolare in questa struttura, ma per due motivi specifici ne è valsa la pena andare fin qui : il panorama ed un piccolo tesoro abbandonato

Parliamo dell’esplorazione: era una ex3 pizzeria- ristorante con sala ricevimenti; non è immenso, perdersi è molto difficile nonostante sia situato su tre piani, piú un semi-interrato. E’ una struttura tipicamente anni novanta. Dai piani superiori possiamo godere del panorama della campagna marchigiana e di un’aria che è decisamente più salutare di quella di città. In realtà potete optare per questo rudere qualora voleste farvi un scampagnata insolita, lontano dalla fretta e monotonia delle aree urbane. Pian piano scendiamo e arriviamo all’ingresso, dilaniato dal tempo, dai vandali e da ragazzi che cercavano invano copertura da una raffica di pallini. Al piano terra non c’è granchè e così scendiamo in quella che credo sia stata la sala ricevimenti con tanto di forno per la pizza e graffiti fatti da tipi gangsta swag, o almeno me li immagino così.

L’esplorazione continua. Via via si procede oltre fino ad arrivare nel semi-interrato dell’edificio dove presumibilmente si trovavano le cucine e la cantina…e qualcuno che chiedeva aiuto. Infatti dalla foto dove c’è scritto HELP sul muro, si può facilmente dedurre che a qualcuno serviva una mano, forse dopo un atto di eliminazione di escherichia coli e mancanza di materia prima fibrosa di origine vegetale…però è strano, dato che essa era considerata un lusso soltanto fino alla seconda guerra mondiale. Ma non divaghiamo oltre,  perché il giro fondamentalmente finisce qui, e come ho detto all’inizio non è un posto particolarmente affascinante.

Passiamo alla seconda parte del racconto ovvero del perché sia valsa la pena arrivare in questo posto abbandonato da dio e dagli uomini. Non essendoci nulla di interessante, ci siamo solamente fermati giusto per dare un’ occhiata fugace, e soltanto in seguito la nostra attenzione si focalizza su una sorpresa inaspettata, che ovviamente non sono i carabinieri.

Un gatten!
Che ci fa un gatto in mezzo al nulla più assoluto? Anche perché l’edificio più vicino è il cimitero a più di un chilometro. La bizzarra creaturina dapprima diffidente è poi diventata assai socievole, tanto è che dopo un estenuante pressing da parte dei compagni d’avventura, ho deciso di adottarlo.

Ora ho un “gatto urbex”. Ma la cosa per giorni mi ha tormentato: che abbia rubato il gatto a qualcuno, visto che sa usare la lettiera e non ha problemi a mangiare crocchette e rimanere dentro casa? Nei giorni a seguire, parlando con un amico che abita nei dintorni, ho saputo che ogni tanto qualcuno, specialmente con l’avvicinarsi dell’estate, abbandona i gatti per le campagne della zona. Una cosa veramente orribile, ma una fortuna nella disgrazia, dato che ho trovato qualcuno con cui condividere le calde giornate che verranno e le serate a oziare sul divano.

In conclusione, anche se il posto non è dei migliori, ci si può scovare un tesoro. Nel mio caso è stato un micio…

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