Nato come convento per le clarisse, trasformato in ospedale, questo edificio ora è al soldo di affittuari che lo sfruttano per le loro esigenze. Ma non completamente, infatti la nostra sete di scoprire, ci porta dritti nelle zone abbandonate di questo palazzo, che maestoso si erge sulle colline marchigiane protetto da un piccolo paesino che custodisce al meglio questo tesoro.
Il nostro giro comincia dal basso, ammirando per prima cosa il refettorio, occasionalmente utilizzato per eventi locali, costruito in legno e rimasto completamente intatto, che fa da contorno a questa immensa stanza, mentre dai caloriferi posizionati al centro possiamo dedurre che le clarisse abbiano abbandonato l’edificio in tempi abbastanza recenti, o che sia stato ristrutturato.
Rapidamente saliamo le scale per arrivare alla chicca della giornata: l’ospedale abbandonato. Ma prima una tappa dal radiologo. Accidenti è chiuso, forse bisognava prendere l’appuntamento. Riproviamo… no è proprio chiuso. Allora andiamo verso la stanza senza nome, accidenti chiusa anche questa.
Ma passiamo oltre: il luogo si presenta di modeste dimensioni, dato dal fatto che serviva una popolazione esigua. E’ formato da due lunghi corridoi disposti a L con l’entrata sullo spigolo e da diverse stanze. L’esplorazione comincia, e, proporzionalmente, l’entusiasmo cala di stanza in stanza, visto che la struttura è pressoché vuota, fatta eccezione per alcune aree. Specialmente in una dove è accatastato di tutto e di più.
Continuando a gironzolare, notiamo che l’ospedale era sprovvisto di cappella interna, forse rimpiazzata dalla statua della madonna in un’alcova. Proseguendo troviamo la sala operatoria, anch’essa vuota, due stanze usate come archivio, e un’ultima stanza con un lettino vintage per le visite o per sedute psichiatriche, d’altronde non sono un medico e non me ne intendo molto.
Il luogo non è immenso e in un’ora lo si può visitare tranquillamente cogliendo più dettagli possibili. Ah no, un momento, dalla regia mi dicono che questo posto attualmente non sia più visitabile, quindi cari amici godetevi questi scatti, e magari un giorno ci ritorneremo insieme, chi lo sa? Ci sono ancora moltissimi posti chiusi da esplorare e sicuramente vi state chiedendo perché non l’abbiamo ancora fatto…

Nato nel 1986. Fotografo per passione dal 2007. Appassionato di fotoreportage, ha trovato nell’Urbex un altro modo di raccontare storie.
Caporedattore per il blog decennale di Ascosi Lasciti.