Non è di certo la chiesa più bella delle Marche, senza contare che ė estremamente pericolante e priva di copertura, ma vorrei comunque mostrarvi e raccontarvi di questo luogo desolato, abbandonato a se stesso e invaso da rovi e piccioni, dove però si respira una strana atmosfera, dei tempi e della gloria che fu, di cui ora rimangono solo rovine.
Sembrava non esserci alcuna informazione sulla storia, eccetto la posizione, di questa splendida chiesa in rovina, ma per puro caso, un amico mi consigliò di dare un fischio a un conoscente comune a entrambi. Questa persona mi svelò di essere nata a pochi passi da questo luogo sacro, e senza indugi mi raccontò tutta la storia. La suddetta chiesa, edificata nel XI secolo, era in realtà una fiorente abbazia benedettina distrutta nel secolo successivo insieme al suo castello. Al suo posto venne eretta un’edicola, o “figuretta”, di forma semi-circolare, in mattoni, dedicata alla vergine Maria. Nel XVI secolo venne ricostruita una nuova chiesa e l’edicola inglobata nella nuova struttura.
Con gli anni ci furono ampliamenti e modifiche, tra cui la costruzione di una cantina e della canonica del parroco.
Tutto sembrava procedere per il meglio, ma nel 1986 la chiesa venne chiusa al culto. I fattori furono diversi: la fuga dalle campagne in favore della città, problemi di ristrutturazioni, parroco assente, ma il più determinante fu la scoperta di una vena d’acqua e del conseguente allagamento dei sotterranei e delle fondamenta. Di questa storia, l’unica a salvarsi fu la Madonna (di fattura lignea, con la veste ricoperta di finissimo oro e recante in braccio il bambin Gesù), che venne trasferita in una chiesa poco lontano.
Da qui iniziò il lento declino della struttura, che andò avanti per ventotto anni.
La prima cosa che crollò fu il campanile. La campana, che si salvò, nel giro di poco tempo venne rubata.
L’area della chiesa che ospitava ancora alcune feste di campagna venne dichiarata inagibile e, le sagre, spostate nelle contrade adiacenti. Poi venne la volta del tetto che, un po’ alla volta, crollò.
La situazione odierna la potete osservare dalle foto. Il luogo è stato vandalizzato. Evito di postare foto della canonica, dove fanno da padrone le tante scritte sui muri, a cura di ignoranti armati di bombolette.
Sempre dalla canonica si può accedere con estrema facilità alla cantina, che custodisce ancora le botti in cemento e i resti dei tanti oggetti di chi montava i giochi a premi delle sagre.
Da questa area, estremamente pericolante, si può accedere alla chiesa dove le macerie del tetto hanno dato casa ad un meraviglioso tappeto erboso e un albero.
Il centro della chiesa appare estremamente surreale, come uscito da un libro fantastico. Inoltre dietro l’altare possiamo ammirare la statua di un monaco benedettino, forse santificato, in completa decadenza. Con il crollo del soffitto si sono perse tutte le stazioni della via crucis realizzate in pittura su legno, e coperte le scritte con le tombe dei frati dell’abbazia precedentemente edificata.
E’ tempo di andare, ormai scende la sera e, in lontananza, solo il flebile ululare di un lupo accompagna il nostro viaggio di ritorno.

Nato nel 1986. Fotografo per passione dal 2007. Appassionato di fotoreportage, ha trovato nell’Urbex un altro modo di raccontare storie.
Caporedattore per il blog decennale di Ascosi Lasciti.