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E’ partita al buio questa nuova esplorazione urbana: un target da conquistare senza sapere come, dove… e senza avere uno straccio di fotografia di riferimento. Proprio le cose che piacciono a noi. La meta? Un hotel abbandonato e bruciato da un incendio doloso.

Con passi furtivi, entriamo nella reception dell’albergo abbandonato: ad accoglierci nessuna simpatica signorina bilingue o facchino per le nostre piccole valigie.  Rimaniamo un po’ con l’aria trasognata perché non sappiamo ancora bene che cosa quel luogo potrebbe riservare ai nostri occhi.  Attuiamo la strategia di sempre: partire dai piani alti e poi scendere.  Questa intenzione si dissolve alla seconda rampa di scale, quando i bui corridoi, ancora profumati, ci mostrano le camere: tutte ancora arredate, con armadi e comodini di legno, televisori e telecomandi lasciati come se qualcuno, pochi istanti prima, si fosse sdraiato a fare un po’ di zapping.

La stanza 206 è perfetta: scrivania, sedia, tenda, letto, bagno in marmo con tanto di saponette e bicchieri in bagno. Il frigo bar è però vuoto.
Sono tre i piani dedicati alle stanze, tutte pressoché uguali, eccetto per quelle che sono state devastate da avidi ladri. L’ultimo piano dell’hotel bruciato è invece dedicato alla grande terrazza con vista. Sul tavolo del buffet sono stati sparpagliati i cereali per la colazione, tazze e piatti. Sul bancone del bar, bottiglie vuote e bicchieri riversi.

Girato l’angolo, la sala meeting rivela una composizione decadente degna di nota: sedie rosse scomposte come se i presenti fossero scappati da un pericolo imminente lasciando la sala in subbuglio. Sul soffitto blu, grandi lampadari, i cui vetri sono stati frantumati generando una pioggia di cristalli.
Ma le sorprese non sono finite nell’hotel “abbandonato e bruciato”: al piano terra c’è infatti il centro Wellness e Spa.
La piscina, con tanto di sauna e bagno turco, si mostra al visitatore ancora mezza piena di acqua stantia, con le sedute idromassaggio in bella vista e i lettini prendi sole lasciati dove sempre. Le pareti sono decorate con motivi egiziani, mentre nelle varie stanze e corridoi del centro benessere spuntano, dal buio, alcune stampe di Mucha. Esiste persino una palestra e molti macchinari estetici.

Di impatto anche la stanza rossa con dipinte le danzatrici greche. Un antro semibuio dedicato al relax ‘e alle coccole personali’ che i centri SPA consigliano ai loro clienti. L’unica pecca di questo notevole albergo sta al primo piano: come già accennato un grosso angolo dell’hotel è stato bruciato da un incendio doloso (la grande sala da pranzo è invece ancora intatta).  I soffitti e pareti sono anneriti, alcuni arredi andati a fuoco.  E’ sopravvissuto un solo bancone bar e un cesto di fiori finti al desk.    Quando la società che gestiva l’albergo fallì, i 20 impiegati furono prima messi in cassa integrazione e poi licenziati. Questo edificio è uno dei tanti simboli della crisi, degli sprechi e delle pessime gestioni; non più un gigante del turismo familiare ma nuova meta per i turisti dell’abbandono.

Grazie per aver spinto fino a qui la tua CURIOSITA’. La stessa che ci spinge a fare esplorazione urbana, in luoghi pericolosi, per raccontarteli.
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