Deluso per un’esplorazione non andata a buon fine, decido di dare un’occhiata alla mappa e mi accorgo che a poca distanza si trova un altro target.
Con grande stupore vengo a sapere che nessuno dei miei amici ne è a conoscenza, quindi immediatamente procediamo all’avvicinamento.
Il posto in questione è al centro di un paesino di campagna.
L’esterno non promette niente di buono : finestre rotte e spalancate, portone semichiuso e vari pezzi di rottami sparsi per il cortile.
Approfittando dell’orario perfetto, con nessuno in giro, entriamo e rimaniamo subito a bocca aperta: alla parete, una gigantesca lapide riporta incisa la data 1939 e tutti i nomi dei benefattori che hanno contribuito alla costruzione dell’edificio. Poi un cassettone ricoperto di volantini religiosi e diversi certificati di morte, alcuni compilati ed altri vuoti.
Dall’alto di un mobiletto la statua della Madonna ci osserva e, appena sotto, una piccola lavagna rovinata ci avvisa, incisa con un gessetto verde: ” QUI VENITE PER MORIRE “.
Ogni stanza è stata messa sottosopra. Nelle aule ci sono ancora libri e vari scatoloni contenenti giochi, materiale didattico, vasetti di colori a tempera, pezzi di minerali e un registro in cui sono segnate tutte le donazioni dei fedeli.
Sempre al piano terra troviamo una sala teatro con palcoscenico, resti di scenografie delle recite e un organetto.
Nei piani superiori, dove probabilmente viveva il parroco, tra il caos più totale, ci imbattiamo in stanze con quadri religiosi, riviste, crocefissi di varie dimensioni e foto ingiallite di bambini, ritratti durante la prima comunione , il battesimo e alcune feste di paese.
Finito il giro, usciamo soddisfatti e stupiti per questa scoperta, confermando la teoria che molto spesso, i posti poco attraenti fuori, possono invece nascondere molte sorprese al loro interno.
Ringrazio inoltre l’amico Marzio (Sottoesposto) per avermi dato il permesso di inserire nell’articolo la foto mancante .

Classe 1980, fotografo semiprofessionista, dall’animo giocoso e irriverente. Esploratore da sempre, dal 2009 ha iniziato a documentare i luoghi abbandonati anche al di fuori dalla sua regione.