“Il turismo è un’industria che consiste nel trasportare delle persone che starebbero meglio a casa loro, in posti che sarebbero migliori senza di loro.”
Un senso di profonda malinconia. E’ questo che ti avvolge in queste stanze logore e decadenti ma, un tempo……Il cameriere stava ritto nelle scarpe strette ad aspettare la comanda dai clienti.
Era luglio e faceva caldo. L’afa si mitigava soltanto alla sera, quando arrivava un benedetto venticello dal lago.
Durante il giorno, i villeggianti passeggiavano al mattino presto e riposavano nelle ore centrali.
Oziavano al bar nel tardo pomeriggio, riparati dalle piante e dall’ombrellone bianco.
Era spazioso l’Hotel, costruito nel 1920, ed aveva una ventina di camere con i pavimenti in legno che scricchiolavano, i letti con l’interruttore che penzolava dalla parete, i soffitti decorati con quegli affreschi dove l’occhio dell’ospite, nei momenti di abbandono, si perdeva.
Oggi i momenti di abbandono sono quotidianità!
Arretrato rispetto alla strada, quasi davanti alla chiesa, l’albergo aveva una lunga scalinata, circondata da piante, che portava, attraverso una loggia con colonnine, parzialmente chiusa da vetrate colorate, all’ingresso e al ristorante.
Sopra il portico, un lungo terrazzo correva lungo la facciata, davanti alle camere del primo piano.
Tutto era intonacato di bianco, ma le finestre erano ingentilite da cornici in mattoncini, abilmente poste, in modo da imitare un fregio.
Eleganza e semplicità. Due allegri abbaini, ombreggiati da trine in ferro battuto, segnalavano la presenza di alloggi per la servitù.
Tra le due cappuccine si ergeva l’insegna dell’albergo, in ferro grigio, dove le lettere che componevano il nome, tagliate nella lamiera, si stagliavano contro il cielo azzurro.
Ogni stanza aveva una porta finestra con un’inferriata che guardava verso il lago.
L’edificio aveva un aspetto insieme nobile e rustico, con uno stile indefinibile, ma vicino al Liberty.
Tutto è tristemente abbandonato dagli anni ’80.

Classe ’87 e svizzero, Jonathan è uno tra i più famosi autori nel campo “Urbex” e tra i più attivi nel progetto Ascosi Lasciti.
Attratto dalla storia, dalla bellezza estetica, dall’architettura, ha visitato edifici abbandonati in tutta europa.