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GERMANIA urbexZONE MILITARI e FORTI abbandonatI

Lettere dal fronte

Articolo di Dicembre 23, 2015Settembre 23rd, 2019Nessun commento

L’invio e l’arrivo della posta era un momento importante per i soldati al fronte. Con le lettere, riuscivano a tenersi in contatto non solo con le famiglie, ma anche con un mondo nel quale speravano di tornare.

Caro Hans,
sono felice di ricevere tue notizie. Attendo sempre con gioia le tue lettere. Ogni giorno che arriva il postino per me é una benedizione.
I bambini continuano a chiedere di te e prometto loro che tornerai presto. Prego ogni giorno.
Le condizioni di salute di tua madre non sono delle migliori, martedì siamo stati costretti a chiamare il dottore.
Le medicine erano costose e ho dovuto pagarle con una parte della tua collezione di francobolli.
I soldi che guadagno al banco del fornaio bastano a malapena per sfamarci e tirare avanti con tua madre e i bambini. Manca poco a Natale e tutti speriamo in un tuo ritorno. Mi manchi e non vedo l’ora di riabbracciarti.
La tua amata Catharine

Fu proprio il giorno di Natale, mentre Catharine lavava i piatti e i bambini giocavano sulle scale della vecchia casa, che bussarono alla porta.
Forse era proprio suo marito.
Due ufficiali in uniforme, togliendosi il cappello ne annunciarono la morte.
Consegnarono alla vedova i pochi effetti personali appartenuti al marito: un cappello sgualcito.

Alcune fotografie in un astuccio di pelle consumato.
Un mucchio di lettere legate con una nastro rosso.
La fede.
E infine, l’ultima lettera non ancora spedita, che avevano ritrovato nella tasca della giacca.
Mentre gli ufficiali se ne andarono su di un auto nera lucida, la vedova ancora sulla porta di casa, aprì quella lettera mai ricevuta, spiegazzata e macchiata di sangue.

Mia amata Catharine,
pochi minuti prima di andare all’assalto ti invio il mio pensiero affettuosissimo. Un fuoco infernale di artiglieria e di bombarde sconvolge nel momento in cui ti scrivo il terreno intorno a noi… Non avevo mai visto tanta rovina.
È terribile. Sembra che tutto debba essere inghiottito da un immensa fornace. Eppure, col tuo aiuto, coll’aiuto di Dio, da te fervidamente pregato, il mio animo è sereno. Farò il mio dovere fino all’ultimo.
Ho voglia di tornare a casa e tornare alla vita felice di un tempo dove giocavamo con i bambini in giardino ed ero io a pensare allo stipendio senza lasciarti il peso di tutto sulle spalle come oggi.
Per i francobolli non importa, voglio solo tornare a casa da te e i piccoli e trovare mia madre ancora in vita.
Vorrei essere a casa pure io per Natale e lasciarmi alle spalle questo inferno.
Ti prometto che tornerò a casa.
Dal fronte, tuo Hans.

Con questa storia in testa, mi accingevo ad esplorare l’edificio abbandonato in questione.
Non per tutti il Natale é un felice ritorno a casa. Faceva un gran freddo quel giorno. C’era neve.
Scavalcai un grande cancello guarnito di filo spinato.
I grandi edifici militari,dall’architettura simmetrica ed elegante, dormivano immersi nella neve.
Mi addentrai al loro interno.
Niente arredi, solo stanze vuote, spesso vandalizzate e con graffiti.
Un luogo poco entusiasmante in fatto di impatto visivo, ma stringe il cuore in una morsa emotiva.
Come spesso capita, ogni luogo nasconde la propria sorpresa. Anche qui la trovai.
Uno splendido teatro in rovina con un grande buco nel tetto, dal quale i fiocchi di neve entravano per depositarsi fra le macerie.

Questo luogo é un pezzo della storia della Germania. Una Germania in rovina.
L’ampio complesso simmetrico fu costruito nel 1915 dal padrone di una fabbrica di polvere da sparo nelle vicinanze, e venne utilizzato come laboratorio.
La fabbrica dava lavoro a circa 3000 operai.
Dal 1945, l’Armata Rossa ha usato questo complesso come come caserma fino al 1992.
Dal ritiro delle forze russe l’ex laboratorio di fuochi d’artificio é vuoto e abbandonato a se stesso.

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