Benvenuti. Questo è il mio rifugio , oggi visiterete quella che chiamo “Casa”.
Un indovino narrerà la mia storia, non ho forza di essere colui che “piange e dice”.
Abbiate voi la forza di ascoltare le mie vicende e se potete, quando tutto sarà terminato, pregate per me:
“…a voi che vi apprestate ad ascoltare questa storia, io Tiresia, porgo il mio saluto ed il mio avvertimento:
state per entrare nella culla del male, ma sappiate che solo colui che sa vedere l’essenza può andare oltre l’apparenza. Colui che saprà vedere, riconoscerà il vero volto scolpito nella pietra. Ed ora ascoltate ed aprite il vostro cuore.
C’era una volta un angelo bellissimo. Amava talmente gli uomini che un giorno decise di scendere sulla terra e vivere tra loro.
Abbandonò il paradiso e la luce del cielo, senza rimpianti.
Credo che, in fondo al suo cuore, sapesse come l’ineffabile splendore risieda lontano dalla luce. L’angelo Amava tutti e tutti lo amavano.
Iniziò a viaggiare e sulla strada consolava tutti i raminghi, raccoglieva gli ubriachi dai marciapiedi, lerci di piscio e fango. Visitava le bettole più malfamate.
Gli ultimi erano i suoi prediletti e con lui nessuno era mai solo.
In sua presenza c’era l’amore puro. Una carezza, un bacio ed un abbraccio non erano mai negati a nessuno.
L’angelo sapeva bene cosa tiene in vita gli uomini. Era a conoscenza della continua lotta per il pane e le rose.
Amava, amava, e poi amava ancora.
Ma lungo la strada le sue ali iniziavano a sporcarsi di fango e, giorno dopo giorno, il suo viso diventava sempre più scuro.
Addirittura, un dì, perse la capacità di volare, talmente era lo sporco che copriva le sue ali. E lentamente iniziò a perdere la sua bellezza.
I giorni della luce erano lontani ed il tempo stava cancellando il calore del cielo.
Infine venne il giorno tremendo.
L’angelo si trascinava in una terra desolata quando incontrò un viandante, questi vedendolo completamente coperto di fango, preso da grande spavento, iniziò ad urlare e fuggì.
L’angelo capì : la sua bellezza era definitivamente venuta meno.
Si rifugiò dove nessuno potesse vederlo e pianse le lacrime più amare di tutta la sua esistenza.
Pianse per una generazione intera, poi lentamente tornò in lui la speranza.
Tornò in città. Forse quell’uomo non lo aveva riconosciuto. Magari in città gli altri attendevano il suo ritorno.
Ma il tempo passato a piangere aveva reso l’angelo ancora più mostruoso e gli uomini, che un tempo lo avevano acclamato, ora fuggivano terrorizzati al suo passaggio.
Quella bellezza svanita generava orrore in chiunque la vedesse.
Gli uomini scappavano. E l’angelo non poteva più amare.
Si rifugiò qui, in questa chiesa dimenticata da Dio e dagli uomini. E vi rimase ad impazzire nel dolore della privazione dai suoi benevoli sentimenti.
Il male entrò in lui, le sue ali divennero lucide e taglienti, i denti zanne. I suoi occhi, un tempo dolcissimi, si tramutarono in tizzoni ardenti.
Quella creatura celestiale era divenuta un demone assetato di sangue e odio.
Colmo di rabbia tornò in città ed iniziò a tormentare gli uomini con le torture più atroci. E da quel giorno, gli stessi che lo evitavano, non ebbero più pace : l’angelo decaduto divenne il loro peggior nemico, simbolo di angoscia e disperazione
Questo luogo è ancora il suo rifugio. Da qui, nelle notti insonni degli uomini, infesta i loro incubi, instillando odio e invidia nel loro cuore .
Di giorno lacera le anime con una frusta fatta di rancore ed egoismo.
Questa è dunque la storia dell’angelo che amò troppo l’uomo e che lasciò il cielo per vivere con lui.
Aveva viaggiato troppo, perdendo le sue piume e, con esse, la luce della sua bellezza.
Abbandonato e scacciato, si era rifugiato qui, in questa antica chiesa, lontano dal Padre e dagli uomini. Ma, anche da demone, ricorda ancora la sua bellezza perduta, sperando un giorno di tornare ad amare.
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
Noi di Ascosi Lasciti, con l’esplorazione urbana, ci spingiamo in luoghi talvolta pericolosi, per poterli raccontare. Come sempre, raccomandiamo di NON VISITARLI, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage.
Se questo racconto ambientato in una chiesa abbandonata ha stuzzicato la vostra curiosità, ecco una lista di aree sacre abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati in Italia?
Per un aggiornamento quotidiano sulle nostre attività, basta seguirci sulla nostra pagina Facebook oppure sbirciare tutte le nostre foto migliori su Instagram.

Classe ’80. Tipo eclettico e poliedrico, si interessa di cultura generale. Appassionato dal 2003 di fotografia e dal 2006 di urbex, partecipa attualmente a numerose mostre fotografiche individuali e di gruppo. Fra i primi autori di Ascosi Lasciti, da anni, sfrutta la fotografia per viaggiare attraverso l’Europa e la scrittura per viaggiare dentro di sé.