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Capita che, a furia di cercare posti abbandonati, si venga a conoscenza di luoghi talmente magici che poi non si possa fare a meno di cercare e visitare come la fabbrica abbandonata di cui vi parlerò.
Capita anche che, a volte, questi luoghi non siano propriamente abbandonati ma, diciamo, “custoditi” da qualcuno che li ha trasformati nella propria casa.
Questo è il caso di Zak e il suo castello.
In realtà non visiteremo un vero castello, ma una grossa fabbrica abbandonata, sperduto nella periferia Milanese, stretto tra svincoli autostradali, centri commerciali e strade battute da puttane e traffico incessante.
Proprio in mezzo a questo deserto di bellezza nasce questa ginestra che è, per l’appunto, il castello.

Tengo a sottolineare che questo luogo è la casa di una persona: lo zio Zak e pertanto non funziona come i normali posti abbandonati da scoprire e visitare in libertà. Qui, proprio come quando si va a trovare un amico o un parente, si chiama, si chiede il permesso al padrone di casa e soltanto dopo si può entrare nel castello.
Non è semplicissimo, ma una volta dentro sembra quasi di vivere una favola.
Di quello che era il “fabbricone” rimane solo la struttura esterna: mura e scale. Ma la magia di questo posto è come lo zio Zak lo ha trasformato.
Non è la casa di un barbone, ma la casa di un artista che si è circondato di altri artisti.
Tutti i luoghi dove Zak vive sono infatti completamente coperti da graffiti estremamente belli e curati, da statue fatte con materiali di recupero o vecchi mobili che, grazie alle mani sapienti dello zio, hanno acquistato nuova vita e nuova bellezza.

Il castello non è un eremo solitario, ma una sorta di punto di attrazione per quanti amano la street-art e la cultura underground.
Zak non è uno scorbutico vecchietto, ma un uomo dal passato difficile e travagliato che accetta ben volentieri la compagnia di quanti vogliono avventurarsi nel castello e magari renderlo ancora più bello con altri lavori artistici. Zak è una persona con cui parlare, un equilibrista sempre in bilico tra filosofia e poesia (all’epoca in cui lo conobbi stava per pubblicare un libro).   Ama parlare, ama la pittura, la musica e la letteratura. Ha lavorato duro per rendere un vecchio scheletro di edificio, il castello che è divenuto ora.
Questo è certamente un luogo da scoprire, ma per i tesori in esso contenuti e per il valore del suo custode.

L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.

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Se questa fabbrica abbandonata ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una ricca lista di industrie e strutture produttive dimenticate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati della Lombardia?

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