Siamo nel territorio ligure. Ma lontano dai grossi comuni.
Bisogna cercare tra i monti, in mezzo alla foresta. Soltanto un occhio attento può notare questo storico Eco-mostro, ormai divorato dalla vegetazione. Ma perché ” Eco-mostro “?
Stiamo parlando di un intero complesso residenziale abbandonato, edificato ad inizi anni ’80.
Il terreno della zona è friabile, franoso, ma questo non basta a fermare l’avanzata del settore edile, in quegli anni.
Il progresso e gli affari hanno la priorità. Anche se questo significa colare tonnellate di cemento su una paleo-frana centenaria.
E qui nasce la storia di uno dei più grandi scandali del levante ligure.
Ideato da un gruppo selezionato di maestri delle elementari, in breve tempo il progetto prende forma e viene ultimato.
Ma, già dopo pochi mesi, i primi segni di cedimento : crepe sui muri, pavimenti inclinati…La notizia fa subito il giro della zona. Salta sulla bocca di tutti.
E dopo un paio di giorni, la rivelazione : il quartiere non è abitabile ed ogni immobile verrà messo sotto sequestro.
Il resto della storia è sotto gli occhi di tutti. Anche se, dopo più di trent’anni, la foresta si è lentamente ripresa questo angolo di monte che si affaccia sul mare, come a nascondere “il misfatto”.Gli edifici, esternamente, hanno aspetto e colori spenti.
Le loro forme squadrate e “pseudo-futuristiche” ricordano un altro edificio, di un progetto altrettanto semi-fallimentare, ovvero il celebre Piazzale Kennedy della provincia spezzina.
In entrambi i casi, questo stile architettonico non sembra aver portato grande fortuna.
Negli anni, sono state fatte numerose segnalazioni di occupazioni abusive degli edifici del quartiere abbandonato.
Ma il “via-vai” più grande non è rappresentato da clochard, i quali dovrebbero percorrere chilometri giornalmente per raggiungere il centro abitato. Piuttosto sono bande di ragazzini e graffitari coloro che frequentano maggiormente l’area. A testimoniarlo sono schizzi colorati sulle parete sbiadite delle case e bombolette vuote lasciate sopra gli scalini.
E questi sono anche i pochissimi oggetti rinvenibili nelle “residenze fantasma”, assieme ad alcuni elettrodomestici arruggini, che non sono stati rubati, ed inquietanti bambole di pezza…
Sembra che la soluzione finale di demolizione, per anni sbandierata da responsabili e politici, non spetti più all’opera umana, ma a quella della natura…con il corso degli anni.
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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