Tra le nostre innumerevoli visite nei luoghi abbandonati, più della metà di esse risultano senza grande interesse.
Le scartiamo dalla lista dei posti da esplorare e passiamo oltre. Quindi giungiamo alle soglie di luoghi con maggiore fascino, ma completamente distrutti. La curiosità è sempre l’istinto più forte che ci fa muovere dove nessuno, giustamente, avrebbe la sfrontata idea di avventursi. In casi estremi, questo impulso irrefrenabile può mutare in testardaggine. Dove le crepe sui muri diventano fitti rami di un bosco d’incertezze, l’unica sicurezza resta la nostra ardita fame di conoscenza. Essa ci fa correre enormi rischi, anche laddove la nostra attenzione per ogni più piccolo dettaglio è massima.
Nella migliore dele ipotesi, invece, riusciamo a varcare le soglie di edifici splendidamente conservati, nonostante gli anni di incuria. Ammalianti e apparentemente solidi, permettono di goderci appieno le piacevoli emozioni che i loro contenuti ci fanno provare. In rarissimi casi di questo ampio spettro di campioni, infine, ci accade di incappare in situazioni notevolmente “curiose”.
No, non ci occupiamo prettamente di occulto o di indagare su “forze sovrannaturali “. Anzi, cerchiamo sempre di mantenere la mente lucida ed i nervi saldi, aggrappandoci alla scienza. Semplicemente ci limitiamo a raccontare. A riferire avvenimenti successi di persona, senza re-intepretazioni.
L’esplorazione di oggi rappresenta un esempio di questi rari avvenimenti.
Siamo alle porte di un mastodontico ospedale abbandonato, nell’est Friulano. Il suo aspetto incuterebbe timore al più sfrontato degli esploratori. L’unico accesso, nell’ala posteriore dell’edificio, è camuffato da una vegetazione rigogliosa che ha prepotentemente spaccato l’asfalto in ogni dove.
Mancano circa 50 minuti al tramonto e la struttura è totalmente priva di ogni fonte luminosa.
Le torce sono il nostro unico strumento di salvezza. Attraversiamo i corridoi malconci. I soffitti sono gravemente pericolanti. Le tubature spezzate pendono dall’alto, come una spada legata ad uno spago. Troviamo ogni tipo di oggetto a scopo sanitario : Attrezzi chirurgici, macchinari da raggi, celle frigorifere, scaffali pieni di scartoffie. Giriamo frettolosamente, per il poco tempo rimastoci a disposizione. Imbocchiamo le scale. I piani sono sei. E constatiamo che, per tutta la durata del nostro percorso, i nostri dispositivi fotografici non funzionano come dovrebbero. Si spengono gli schermi e non si salvano le foto. Ciononostante, il nostro stato d’animo rimane focalizzato sul vero problema : non riusciamo a scattare foto !
Catturiamo qualche immagine con gli smartphone, che, nononostante non abbiano ricezione telefonica per chiamare, riescono a funzionare senza alcun apparente problema. Curiosiamo tra i vari reparti dell’ospedale e, mentre cerchiamo di immortalare una sala d’attesa, vicino alla sezione di pediatria, accade un fatto che ci congela letteralmente, corpo e mente. Un suono acuto e stridulo che, inizialmente, pare un allarme ci penetra dritto nei timpani. Dopo un paio di secondi la sua intensità aumenta e prende rapidamente “forma” più umana. Diviene, in modo quasi inconfondibile, uno strillo femminile, agghiacciante. Trascorrono alcuni interminabili secondi e il panico lascia lentamente spazio alla razionalità. Decidiamo, per evitare spiacevoli incontri con eventuali inquilini abusivi, di ripercorrere i nostri passi e lasciare l’ospedale abbandonato, prima che il buio totale possa impedire totalmente di muoverci.
Una volta usciti, le reflex tornano regolarmente a funzionare.
Sicuramente non è stata l’esperienza “clamorosamente più inspiegabile” vissuta dal nostro team. Ma, dopo una breve ricerca sul web, troviamo altre strane testimonianze su questa struttura, motivo per cui, per i fanatici dell’argomento, abbiamo deciso di classificare questo luogo come “infestato”.
Isteria di Massa, suggestione o semplice realtà?
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
Noi di Ascosi Lasciti ci spingiamo in luoghi pericolosi o inagibili per poterli raccontare. Come sempre, raccomandiamo di NON VISITARLI, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage. Per poter prendere parte attiva senza rischi a questa missione, iscriviti e supportaci sul nostro gruppo. Qui potrai trovare foto esclusive e materiale inedito.
Se questo ospedale abbandonato ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una ricca lista di complessi sanitari e manicomi abbandonati. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati in Friuli Venezia Giulia?
Per essere sempre aggiornato sulle nostre ultime esplorazioni, basta iscriverti al nostro nuovo canale Youtube oppure seguirci sulla nostra pagina Facebook, tra le più grandi community urbex in Italia, e sul nostro profilo Instagram, tra i più seguiti in tutto il mondo sul tema dell’abbandono edilizio.