Francesco Coppari:
No, non è un videogioco, ma un castello in cima alla collina, della serie Ascosi Lasciti non va mai in ferie. Esattamente, perché anche a centinaia di Km da casa, ogni tanto troviamo qualcosa di piacevolmente interessante.
La fortezza di Selmun, fu voluta dal Monte della Redenzione degli Schiavi, un ente di beneficenza fondato nel 1607, durante il regno del Gran Maestro Alof de Wignacourt, per finanziare il riscatto dei cristiani resi schiavi da ottomani o corsari barbareschi. Fu costruito nel 1783 dall’architetto Dominkiu Cachia, anche se la data è più che altro indicativa in quanto è presente solo su una planimetria che etichettava il castello come torre nuova. Originariamente, conteneva un posto di guardia costiera, e faceva parte di una grande tenuta che comprendeva anche la Porta di Mistra, il cancello per accedere a St. Paul. La tenuta fu donata al Monte di Redenzione dalla nobildonna Caterina Vitale, alla sua morte, avvenuta nel 1619. Il palazzo, in seguito venne usato dai cavalieri dell’Ordine di San Giovanni come luogo per rilassarsi e cacciare conigli selvatici, che erano comunemente presenti nella zona.
Questa roccaforte, concepita per resistere agli assedi, è un fulgido esempio di architettura barocca . Ha una pianta quadrata, con quattro pseudo- bastioni su ogni lato, il cui disegno è stato ispirato dal Palazzo Verdala e dalle torri Wignacourt. Il forte è anche servito nei decenni come deterrente per i corsari in cerca di un luogo di ammaraggio. La facciata principale ha tre ingressi e il portone principale è circondato da un portale decorativo, mentre un balcone circonda il perimetro dell’intero edificio .
Il castello, in tempi recenti, fu trasformato in palazzo ricevimenti/albergo, infatti come vedere dalle foto, è abbastanza spoglio, e le uniche cose degne di nota che rimangono, sono la cappella dedicata alla Madonna della Mercede e due armature arrugginite all’ingresso.
Attiguo al forte è stato costruito un hotel da una sotto società di Air Malta, ma ora passo la parola ad Al.T.
Al.T.:
Ringraziamo Francesco per la ricerca storica e veniamo all’esplorazione.
La prima volta che provai, un anno e mezzo fa, fui scoperto dal guardiano, mentre, insieme ad un collega di esplorazioni francese, stavamo gironzolando in cerca di un accesso. Ramanzina, e cacciati dalla proprietà. In compenso trovai un camaleonte tra gli arbusti.
La seconda volta, in solitaria, riuscii a intrufolarmi da una finestra del palazzo, sfruttando le gravi carenze che hanno a Malta in quanto a infissi e meccaniche di sicurezza. Quella volta riuscii a visitare sia il palazzo che l’enorme hotel abbandonato che gli sorge accanto. Ad un certo punto fui però beccato di nuovo da uno dei custodi…
La terza volta, e qui mi soffermerò, insieme al buon Coppari, venutomi gentilmente a trovare durante il mio esilio maltese. Arrivati di buon ora, circa le 7 A.M., notiamo un certo trambusto. Camion e operai al lavoro. Ok, stanno finalmente iniziando a ristrutturare il tutto, penso. Adottiamo la tecnica dei turisti spaesati, e, macchine fotografiche bene in vista, iniziamo ad avvicinarci all’ingresso dell’hotel…che è spalancato!
Un attimo di titubanza, e poi via, dentro. Era abbastanza cambiato dalla mia visita di alcuni mesi prima, ed erano visibili i tentativi di ripristino della struttura. Continuiamo il giro, sperando di non incrociare nessuno, e ci dirigiamo verso la piscina esterna, dalla quale si può accedere, tramite la famosa finestra, al castello. Qui incontriamo due piastrellisti che stavano sistemando la pavimentazione sconnessa. Ci dirigiamo sicuri verso di loro: “Bongiu” (Buongiorno in maltese). Loro rispondono sottovoce, decisamente disinteressati a noi e alle nostre attività. Fiduciosi, continuiamo e arriviamo alla finestra. Nulla era cambiato, quindi la riapro facilmente ed entriamo nel castello.
Rapido giro di perlustrazione, durante il quale spalanchiamo il portone principale, così da avere pronta la scusa in caso di incontro fortuito col guardiano, che ovviamente darà la colpa ai muratori. Dopo una ventina di minuti, infatti, sentiamo un rumore, e capisco immediatamente che si tratta del custode e del suo consueto giro di perlustrazione. Fortunatamente sapevo già che sarebbe venuto da una porticina secondaria laterale, quindi noi ci infiliamo immediatamente fuori dal protone principale. Lui ovviamente si accorge, ci segue, ci guarda, guarda il portone spalancato, noi gli sorridiamo, gli chiedo quando apre il museo, lui ci guarda di nuovo, guarda il portone, Coppari sorride beffardo, io fingo di fotografare il panorama, ci dice qualcosa in maltese, rientra dentro. Il tempo di un battito di ciglia ed eravamo già in macchina.
Di sicuro avrà pensato che il portone sia stato aperto dai muratori impegnati nei lavori interni… tutto secondo i piani.
Attualmente, tramite un amico che lavora nel cinema, ho saputo che sia l’hotel che il castello, sono stati risistemati alla meno peggio, ed affittati da una produzione danese che ci sta girando un nuovo reality show.

Nato nel 1986. Fotografo per passione dal 2007. Appassionato di fotoreportage, ha trovato nell’Urbex un altro modo di raccontare storie.
Caporedattore per il blog decennale di Ascosi Lasciti.