Solo per caso, il viandante può imbattersi nella semi-sconosciuta frazione di Incavanella.
Siamo nella provincia di La Spezia e, come spesso accade a chi ama passeggiare tra le sue scogliere e le boscaglie di pini e castagni, si possono fare scoperte sorprendenti.
Vicino ad uno dei tantissimi corsi d’acqua dolce che scorrono nella provincia, è possibile notare un minuscolo nucleo abitativo fatiscente, in pietra e mattoni.
Nulla di allettante, ad un primo superficiale sguardo. Ma per chi ama buttarsi tra i rovi e il fango, spinto dalla sola curiosità, può nascere un’esperienza davvero appagante.
Un paio di case disposte a formare una contrada di una piccola comunità agricola, oggi scomparsa.
Vuoi la posizione defilata, vuoi il clima umido e freddo, hanno reso questo piccolo agglomerato abitativo una delle tante frazioni “fantasma” dei colli spezzini.
La maggior parte delle dimore sono di fattura grezza, con arredi minimalisti di legno non lavorato, tipici della popolazione meno agiata del periodo bellico del ‘900.
Una casa invece, restaurata e mantenuta come rifugio estivo di qualche famiglia forestiera, è riuscita a resistere fino al 2006, data segnata sull’ultimo calendario appeso alle pareti fredde.
Il vero “pezzo forte” è proprio custodito nella residenza meglio mantenuta.
Eccetto per la porta spalancata e qualche vetro rotto appoggiato sui densi strati di polvere del pavimento dissestato, sembra di penetrare prepotentemente nella vita quotidiana di chi vi risiedeva fino a dieci anni fa’.
Le due camere sono ancora maniacalmente ordinate. Una schiera di pupazzi messi in fila, sopra i letti delle camere, sembrano osservare incuriositi il visitatore abusivo.
Se potessero parlare, probabilmente chiederebbero dove siano spariti i loro piccoli “amici in carne ed ossa”, inconsapevoli che essi, oggi, saranno, in giacca e cravatta, sopra qualche metropolitana, diretti al luogo di lavoro, senza più pensare a loro.
Il piccolo villaggio è stato acquistato e chiuso, un paio d’anni fa’, da una famiglia milanese, per un progetto ambizioso che sta lentamente prendendo forma .
Con la partecipazione di Irene Russi

Co-fondatore del progetto Ascosi Lasciti e dell’omonima associazione culturale. Laureato all’Università di Genova e specializzato a quella di Verona e Pisa. Appassionato di fotografia e innamorato della scrittura, in queste due vesti ha organizzato mostre, curato articoli di quotidiani e pubblicato libri a tema Urbex.