“E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse.” Milan KunderaNel 1827 fu inventato in Inghilterra l’autobus a vapore.
Il primo traffico di linea a motore fu inaugurato il 18 marzo 1895 tra Siegen e Netphen, e veniva gestito dalla Netphener Omnibusgesellschaft. Per l’esercizio della linea venne impiegato un veicolo dal nome Landauer, che effettivamente aveva più somiglianze con la carrozza omonima che con un autobus moderno.
Questo primo autobus del mondo veniva costruito a mano a partire dal 1895, quindi un anno prima dei primi autocarri, nell’azienda a conduzione familiare del pioniere dell’automobile Carl Benz, e disponeva di otto posti a sedere e di un motore da 5 cavalli.
La sua velocità media era di 15 km/h, tanto da poter percorrere il tratto di strada tra Siegen e Netphen in 1 ora e 20 minuti. Il viaggio costava la cifra, per i parametri di allora esosa, di 70 pfennig. Per la ridotta maneggiabilità dei primi autobus Benz, l’esercizio degli autobus nel territorio di Siegen era stato, tuttavia, nuovamente interrotto prima della fine dell’anno. Nonostante questo, sorsero negli anni successivi in tutto il mondo, collegamenti di linea sempre più nuovi grazie al continuo miglioramento delle tecniche dei veicoli.
Oggi faremo un viaggio particolare, alla Spezia.
Vi porterò indietro nel tempo e vi farò conoscere gli autobus di linea che hanno percorso chilometri e chilometri nelle più belle città d’Italia.
Questo luogo, lasciato incustodito per moltissimi anni, mi era stato segnalato da un amica. Così, arrivato in zona, mi avventurai in questa vecchia stazione di servizio nel quale erano depositati moltissimi autobus, più e meno recenti. Alcuni in perfette condizioni, altri scoloriti, arrugginiti e impolverati.
Avventurandomi fra i garage di questa stazione mi trovai di fronte a decine e decine di veicoli arrugginiti e malconci: un vero viaggio nel passato; un’ immersione nel fascino dell’evoluzione dei mezzi pubblici. Insomma, un piccolo museo abbandonato.
Non capita tutti i giorni di trovarsi in un posto simile!
Ad oggi, il deposito è stato smantellato. I bus più integri sono stati portati al museo dedicato alla loro memoria, altri sono stati lasciati alle “cure” dello sfasciacarrozze.
Al loro posto è stata completata e inaugurata la nuova biblioteca comunale.

Classe ’87 e svizzero, Jonathan è uno tra i più famosi autori nel campo “Urbex” e tra i più attivi nel progetto Ascosi Lasciti.
Attratto dalla storia, dalla bellezza estetica, dall’architettura, ha visitato edifici abbandonati in tutta europa.