Siamo nella periferia di un piccolo centro urbano rurale. E’ una mattina un po’ fresca e, passeggiando vicino le rive del fiume in prossimità della statale, scorgiamo questa piccola baita abbandonata, nel cuore boschivo della Slovenia.
Appena salite le scalette in legno che portano all’entrata, subito ci appare davanti un cartello in sloveno che colpisce la nostra curiosità. Chissà cosa significa? Incuranti di ciò entriamo lo stesso. L’abbandono “chiama”la nostra curiosità e un cartello non ci ferma certo, anche perché la porta è aperta quindi l’accesso è più che facile.
Inizia così la nostra esplorazione nel Cottage a rischio crolli.
La graziosa casetta in legno si presenta edificata su due piani: il pianterreno ha la zona giorno con la cucina e ben due salotti; il primo piano la zona notte con un anticamera e due stanze.
Disordine e immondizia sono un po’ ovunque, sembra quasi occupata da una persona senza fissa dimora o frequentata da qualche tossico, infatti qua e là ci sono bottiglie vuote di alcolici e qualche mozzicone.
La casa deve essere abbandonata da molto tempo dato il disordine e la polvere. C’è un collirio, il Quinax, con scadenza a fine 2012.
Sul tavolo, sfogliando tra una pila di carte, trovo un depliant con timbro recante data 24/04/1964 e una busta di carta fotosensibile “FERRANIA” che sicuramente è antecendente al 1964, dato che in quell’anno la ditta di pellicole e carta fotografica fu acquisita dall’americana “3M”.
Lasciato il piano terra, è la volta del piano superiore.
Il disordine e la sporcizia è maggiore rispetto al piano inferiore anche per la presenza di escrementi, complice una finestra completamente assente che combacia con alcuni rami di un albero, quindi il possibile via vai di gatti e roditori è facilitato.
Negli armadi ci sono abiti che, dalla fattura, sembrerebbero di una persona anziana.
Molto probabilmente alla morte di quest’ultima la casa è divenuta preda di inquilini abusivi.
Presenti anche diversi libri e incartamenti, in sloveno, ed essendo io totalmente ignorante di questa lingua non ho nessuna possibilità di ricostruire la storia di questa piccola casa.
Alla fine una nostra amica ci rivela che il fantomatico cartello presente all’ingresso e, poi sul lato della casa, voleva dire: “attenzione – rischio crolli”.

Nato nel 1986. Fotografo per passione dal 2007. Appassionato di fotoreportage, ha trovato nell’Urbex un altro modo di raccontare storie.
Caporedattore per il blog decennale di Ascosi Lasciti.