I sogni non sono per sempre. Nemmeno con lo spirito natalizio nell’aria.
Nulla di molto brutto o di molto bello dura in eterno. Questa è una sacrosanta verità. Nel bene e nel male.
La fine può arrivare da un giorno all’altro. Anche sotto le feste.
E arriva dovunque. Anche a casa di Zak, nel Suo “Castello”.
Anni fa visitai di persona questo Luogo Magico nella periferia milanese.
Non era un vero posto abbandonato, ma piuttosto una sorta di “fenice”: un luogo rinato dalle sue ceneri, un posto che ha permesso ad un uomo di sollevarsi dal fango nel quale erta stato gettato, uno spazio di accoglienza e di espressione artistica par tutti. Una culla di amore, sentimenti, ricerca ed espressione.
Mi sto riferendo al castello di Zak, un vecchio fabbricone che, per incanto, divenne un Castello, frequentato non solo da street artists o writers, ma anche da famosi autori, giornalisti e turisti di ogni sorta.
Da solo, Zak, aveva fatto rinascere un enorme rudere.
Ora è sfratto per l’Artista Zak dal suo “Castello”.
Come sempre accade, il sogno si scontra con la triste realtà, politica e sociale, la quale vuole che il fabbricone in questione sia oggetto di fallimento. La gestione dei curatori fallimentari del tribunale dovranno cercare di venderlo al fine di soddisfare i crediti del debitore ormai fallito.
Zak ha pertanto avuto il “cosiddetto” avviso di sfratto. A presto dovrà abbandonare il castello. E il castello sarà presto abbandonato, una seconda volta.
Lo sfratto serve a rendere più appetibile l’immobile che, libero da persone e cose, potrebbe essere venduto ad un prezzo superiore.
Natale o non Natale, questo articolo vuole fare un appello alle coscienze.
Per tutti voi che leggete, per mobilitare la consapevolezza popolare e tentare di evitare il peggio.
Tutti siamo concordi che sia giusto recuperare i tanti edifici abbandonati sparsi per il Bel Paese.
Ne sappiamo qualcosa noi di Ascosi Lasciti che visitiamo quotidianamente questi luoghi dimenticati da tutti per raccontare le loro storie (Ascosi Lasciti = Doni nascosti).
Il Castello di Zak però esula da tutto ciò. Rappresentava uno dei pochissimi casi in cui l’arte e l’inventiva erano riuscite a vincere sull’abbandono, senza l’appoggio dei “poteri forti”.
Non permettiamo che gli sforzi compiuti in anni di lavoro artistico siano vanificati dal mero guadagno.
Se le voci non saranno sufficientemente numerose temiamo che il coro di proteste per salvare il “Castello” di Zak potranno non avere alcun effetto .
L’amministrazione politica vede solo, e non sempre giustamente, il valore dei soldi, annullando ingiustamente il valore dell’arte.
Intanto la società si evolve e si esprime anche attraverso il colore e le bombolette.
L’arte è cio che distingue l’uomo dalle bestie, l’arte è ciò che ci rende migliori, non permettiamo che vada distrutta, non permettiamo che la fenice venga fatta morire per sempre. (Guarda qui le foto del Castello)

Classe ’80. Tipo eclettico e poliedrico, si interessa di cultura generale. Appassionato dal 2003 di fotografia e dal 2006 di urbex, partecipa attualmente a numerose mostre fotografiche individuali e di gruppo. Fra i primi autori di Ascosi Lasciti, da anni, sfrutta la fotografia per viaggiare attraverso l’Europa e la scrittura per viaggiare dentro di sé.