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AVVICINARSI ALL'URBEX

Esplorare edifici abbandonati : è legale l’urbex?

Articolo di Gennaio 7, 2018Giugno 12th, 2020Nessun commento

Legalità. Parola chiave e punto nodale, spinoso e complesso, se parliamo di esplorare edifici abbandonati.
Ciascun Paese affronta la questione secondo le proprie leggi e non sempre con la massima chiarezza.
L’Urbex, ovvero l’attività di fotografi e appassionati di esplorare edifici abbandonati, nasce e si sviluppa sul filo della legalità, in linea di massima. Se ci si attiene ad alcuni rigidi comportamenti, si rimane quasi sempre tutelati. Ma basta realmente poco per sconfinare nell’illegale.
Dunque esplorare Edifici Abbandonati e fare urbex è Legale?

Differenze importanti. Pur senza codice deontologico o un albo che li tutelasse, buona parte degli esploratori urbani ha sempre seguito un insieme di regole morali che in linea di massima si conciliava con le nostre leggi.
Questo perché sciacalli, vandali, scassinatori e, tantomeno, ladri non sono mai stati Urbex. E mai lo saranno.
Ma torniamo al punto nodale…

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Esplorare Edifici Abbandonati : è Legale l’Urbex? Chiariamolo in 10 punti.

1) Lo Stato in cui si trova l’immobile. E quando dico Stato, intendo proprio la Nazione. Ognuna con le sue lingue, le sue culture e soprattutto… le sue regole!
Esiste un’enorme differenza di conseguenze legali se la stessa azione viene svolta in Spagna o in Ucraina. Aldilà delle leggi che vi possono tutelare/condannare, ricordiamo bene che in alcuni Stati, prima di uscire dal tribunale come vincitori con un calice di spumante in mano e le pubbliche scuse dell’accusa, rischiate di passare da un bel “servizio educativo” della polizia locale. Inutile appellarvi al quinto emendamento o alla legge 104.
Ricordiamo anche: non sempre negli Stati più monarchici avrete la detenzione assicurata e, in quelli più democratici, la certezza di farla franca.
Non avendo tempo nè risorse sufficienti per affrontare la questione di ogni singola Nazione, ci concentreremo a sviscerare il, già complesso, codice del Bel Paese.

2) Lo stato in cui versa l’immobile. E quando dico stato, questa volta, intendo la condizione. Finestre rotte, muri crepati, tetti squarciati, muffa e vegetazione incontrollata, porte spalancate, sono tutti segni di chiaro abbandono che potrebbero tutelare l’esploratore.
L’attenuante di “immobile in chiaro stato di abbandono” non è da sottovalutare, per quanto non vi sia nulla di codificato. In un’alta percentuale dei casi può però assolvere l’esploratore da accuse di violazione di domicilio.

3) Accessi aperti. Mancanza di recinzione, porte spalancate o inesistenti, grosse aperture nei muri perimetrali, insomma tutti i varchi aperti sono “amici dell’urbex”. Tutto cambia se per accedere a un luogo abbandonato, proverete ad aprire porte chiuse o scavalcare muri (la questione cambierebbe anche per ogni metro di altezza dei perimetri…), il che costituisce violazione di domicilio privato.  Crearsi entrate con forza o manomettendo recinzioni, è sufficiente invece perchè l’accusa diventi una frizzantissima “effrazione con scasso”.

4) Cartelli e avvertimenti. Controllare l’eventuale presenza di cartelli di monito non sarebbe troppo sbagliato (proprietà privata o divieto di accesso). La loro assenza o illeggibilità (magari pioggia e vento hanno fatto arrugginire il ferro dell’affisso o marcire il legno del manifesto) potrebbero comportare buoni sgravi di responsabilità. Insomma, un’ulteriore attenuante, che male non fa’…

5) Strumenti che portate con voi. Conosciamo tutti, o almeno immaginiamo, il rischio di entrare in un edificio abbandonato, potenzialmente abitato da malviventi.
Purtroppo no…non basta questo pretesto per portarsi  un machete, nemmeno con l’altruistico fine di accettare l’incolto prato della magione. Ma attenzione, anche con un bastone da trekking, o altri strumenti apparentemente innocui, potrebbero scattare l’aggravante di “arma bianca”. Nessuna arma da difesa, all’infuori del cavalletto o di un ramo trovato sul posto, si può….accettare!

6) Non toccare nulla. Per chi non lo conoscesse, il comandamento dell’Urbex “prendi solo foto, lascia solo impronte” è un promemoria anche di tutela legale. I souvenir, fosse anche un sasso del muro di un manicomio abbandonato, non sono contemplati come legali.
Anzi, sarebbe meglio prendere solo foto (nel senso di scattarle, ovviamente, non di rubare gli album di famiglia sul comò impolverato) e non lasciare alcuna impronta. Come mai?
Udite-udite, per creare il giusto setting alle proprie foto, basta solo spostare gli oggetti e gli arredi, ed essere colti sul fatto, per una bella “accusa di tentato furto”.

7) Avvisi e permessi. Torniamo al tema clou. Anche a costo di passare come noiosi genitori apprensivi, sconsigliamo sempre di esplorare questi posti. Se proprio doveste sentirne l’irrefrenabile impulso, avvisate le autorità competenti, nel caso di edifici comunali/statali, o i proprietari/guardiani per ottenere il permesso ad entrare. Anche a costo di creare allarmismi. Oppure rivolgetevi ad alcune associazioni che operano tramite quest’ultimi. Diffidate dalle organizzazioni che si disinteressano della questione legale e vi fanno clandestinamente introdurre in pericolosi edifici abbandonati.

8) Non scappare e collaborare SEMPRE con le autorità.  Se avete seguito i consigli sopra citati, potete sentirvi tranquilli. Motivo per cui, mostratevi per quello che siete e avete fatto. E’ sempre buona norma collaborare enunciando le proprie intenzioni. Così facendo sarete fuori dai guai nel 90% dei casi.

9) Rispettare TUTTI gli 8 punti. La somma delle probabilità di non passare guai seri, che viene fuori rispettando gli 8 punti, vi assolve al 99,9%, parlando dal punto di vista penale. Più complessa diviene la questione civile, che dipende maggiormente dalla volontà del proprietario di volervi eventualmente punire, denunciandovi.

10) Incertezza. L’incertezza, purtroppo, rimane l’unica certezza.  Tranquilli al 100% non lo sarete mai facendo urbex. Unico modo per sentirvi realmente tutelati è di ascoltare il consiglio enunciato al punto 7.
Odiate da molti, poiché danno in pasto alcuni luoghi abbandonati al grande pubblico, queste Associazioni (solo quelle che operano tramite mezzi legali) sono in realtà le uniche a tutelare i luoghi abbandonati in tre modi: si rivolgono ai proprietari ottenendo i permessi di visita; danno visibilità ad alcuni posti altrimenti destinati a marcire nell’indifferenza; scelgono come meta per i loro viaggi solitamente luoghi già devastati dal tempo e dai vandali, per non esporre al turismo di massa gli edifici ancora intatti, accelerandone il declino.

Dubbi e certezze. Che vi siate chiariti le idee o le abbiate ancora più confuse, siamo lieti di avervi dato qualche buono spunto di riflessione. Noi di Ascosi Lasciti approfondiremo il tema dedicandovi altri capitoli (qui trovate il prossimo). Intanto, l’unica certezza è che, come scriveva il romantico François-René de Chateaubriand, tutti gli uomini hanno una segreta attrazione per le rovine.

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