Siamo ancora in Germania. Questa è la seconda tappa dell’Urbex tour berlinese è la leggendaria Teufelsberg, che in italiano significa “montagna del Diavolo“.
Più che una montagna, trattasi di una collina artificiale alta e vasta, creata negli anni successivi alla seconda guerra mondiale con tutti i detriti e le macerie trasportati da una Berlino quasi rasa al suolo.
La sua fama però, è dovuta alla stazione di spionaggio costruita e poi abbandonata alla sua sommità.
Da qui, a partire da metà anni ’60 fino al crollo del muro, la NSA (Agenzia di Sicurezza Nazionale), in combutta con gli americani, si dilettava a spiare e a captare messaggi provenienti dalla Berlino Est.
Dopo di che tutti i macchinari furono rimossi e rimasero in piedi solo le suggestive antenne semisferiche.
Anche qui mi aspetta una lunga camminata: almeno 7 Km a piedi.
So che la zona è presidiata da gruppi autogestiti di sfollati che pretendono il pagamento di un obolo per poter entrare e visitare la vecchia stazione radio.
Non posso accettarlo assolutamente, sarebbe come andare al museo, così lascio la strada asfaltata e taglio nel bosco, dirigendomi, almeno secondo il mio fallace senso dell’orientamento, verso il retro della struttura, che supponevo non fosse presidiato.
Come succede spesso, mi perdo. Vago quindi una mezzoretta per un boschetto abbastanza fitto, per poi sbucare su un sentiero sterrato, dove incontro un’altra coppia di viandanti.
Sono francesi e con il mio stesso intento.
Dopo aver camminato ancora a lungo, arriviamo finalmente alla doppia rete perimetrale, alta e provvista di filo spinato, ma rattoppata in più punti.
La costeggiamo per un po’ fino a trovare un accesso utilizzabile.
Siamo dentro. Sul retro.
Sentiamo subito rumori strani, quasi da cantiere, martelli pneumatici, motoseghe…
Ci aggiriamo con fare circospetto e notiamo, poco dopo, un gruppetto di persone.
Ci acquattiamo, pensando si tratti dei leggendari punkabbestia che infestano l’area. Ma no, erano troppo anziani e ben vestiti, con attrezzatura fotografica e scarpettine da trekking.
Prendiamo coraggio e giriamo sul lato esposto della struttura.
Da non credere, resto a bocca aperta. Ci saranno state almeno un centinaio di persone, fra cui famiglie con bambini al seguito.
Tutto perde immediatamente di fascino, decido quindi di congedarmi dalla coppia francese, farmi un veloce giro, qualche foto, e di andarmene il prima possibile da quel casino.
Inizio a salire le scale per raggiungere l’antenna.
Ad ogni piano si aprono spazi e stanzoni con all’interno numerosi punkabbestia al lavoro, con saldatrici e altri macchinari… chissà cosa avessero in mente di costruire.
Le scale sono infinite e si arriva in cima stremati.
Nella cupola c’era gente di ogni tipo, tra cui un gruppo di persone che stava meditando e ripeteva “l’ohm” sfruttando la potentissima cassa di risonanza ancora funzionante.
Questa sì che è stata un’esperienza. Sono stato completamente avvolto dal suono, e posso dire di non aver mai provato prima una simile sensazione uditiva.
Resto un attimo in ascolto, poi riparto con la mia missione principale: scattare e andarmene il prima possibile.
Gente a frotte ovunque, bisogna fare le acrobazie per portarsi a casa una foto senza persone in mezzo.
Improvvisamente inizia a piovere, bestemmio e me ne vado scocciato, uscendo dall’ingresso principale.
Faccio un cenno al bifolco addetto all’obolo, seduto all’ingresso e mi avvio spedito a valle.

Fondatore ed admin di Ascosi Lasciti, creato per radunare alcuni tra i migliori esploratori urbani, da sempre innamorato dei luoghi dimenticati. Vincitore di numerosi premi internazionali in ambito documentaristico e reportaggistico. Si occupa essenzialmente di videomaking, fotografia e graphic design.