Teorie cospirazioniste : quando ci si addentra in argomenti come questi, basta un passo più lungo del dovuto, per cadere in facili complottismi, fake news, racconti assurdi e storie ridicole.
E’ bene muoversi dunque con i “piedi di piombo”, verificando le fonti e i dati contenuti in esse.
Ma è forse sbagliato interessarsi all’argomento e approfondire articoli di cronaca locale? Attenersi a raccontare i fatti come sono successi, senza ricamarci sopra strane ipotesi.
Tanto si sa: che siamo soli nell’Universo è impossibile. Ogni stella che vediamo rappresenta un sistema solare come il nostro, con altrettanti pianeti.
Una stella, una dozzina di pianeti. Miliardi di stelle, milioni di miliardi di pianeti.
Più ci fermiamo a pensare a questi dati, più cresce la consapevolezza di possibili forme di esistenza nell’universo. Ma più si gonfia la possibilità di esistenza di “altri inquilini”, e meno sembra probabile che i nostri “vicini”, o meglio dovremo chiamarli “lontani, fin troppo”, possano raggiungerci alle soglie del pianeta blu.
Scheletri nell’armadio. Ogni regione geografica ha i propri, contornati delle sue leggende e dei suoi racconti.
Me ne viene in mente una, delle mie zone, conosciuta come “gli avvistamenti di Sassalbo”. Un missile o un drone, che ha sorvolato per due ore, in orario serale, i cieli del paese. Le luci che sono state avvistate dagli abitanti della zona sono state ricondotte, per mancanza di spiegazioni plausibili, ad UFO. E via con i talk show, notizie sul giornale e, persino una puntata dedicata del Maurizio Costanzo Show.
Ma al tempo, si parla di una ventina di anni fa’, non era comune che i droni si spostassero indisturbati per i cieli del Bel Paese. Comprensibili dunque le preoccupazioni dei testimoni dell’evento.
Le tecnologie militari sono sempre state decenni avanti a quelle civili. E, come abbiamo sempre fatto, ogni cosa che non riusciamo a spiegare la riconduciamo all’occulto, relegandola nella parte del nostro cervello che più ci rende consapevoli che “no, non è tutto qui, c’è di più”. Il cosiddetto Occhio Magico.
Poi ci sono celeberrimi casi internazionali, come quello di Roswell, risolto ma mai accettato dagli appassionati del genere, e quelli clamorosamente ancora irrisolti, come l’avvistamento di Antananarivo.
E infine arriviamo a noi. A studiare ogni avvistamento sul suolo italiano è il “Centro Ufologico Nazionale”. Che ci crediate, oppure no, è curioso scoprire che sono state raccolte decine di migliaia di segnalazioni dal 1900 ad oggi.
Nella folta lista c’è anche la provincia di La Spezia che conta quasi 200 sospetti avvistamenti. Il primo sarebbe avvenuto nel comune omonimo, nel 1945, ma il boom di quella che si poteva chiamare una vera e propria mania è esplosa negli anni’70.
Record poco ambiti. Si parla di possibili avvistamenti nella zona di Valdellora e del Monte Parodi che deterrebbero un maggior numero di visite inaspettate, con un totale di 4 denunce.
Ma è in una zona diversa che andiamo a concentrare il nostro interesse, quella dell’Anotiniana, dove sarebbe avvenuto il caso più “eclatante”.
Secondo la ricostruzione dei fatti del GORU, nelle immediate vicinanze della ex Raffineria, dove sorgono due case di abitazione, una villetta ed una casa colonica, sarebbe avvenuto addirittura un atterraggio non identificato.
Testimone dell’evento, un arzillo e robusto vecchietto (tale S. Moggia) di 90 anni, che abitava nella casa colonica. Era già a letto la sera del 5 Luglio, in quanto, malgrado l’età, lavorava ancora la terra e al mattino era solito levarsi molto presto: ha avvertito verso le ore 22.30 una forte vibrazione del terreno, come una leggera scossa di terremoto o meglio, come lui stesso a ha riferito “Come se un carico molto pesante fosse caduto sulla strada. Immediatamente ho sentito Bessie, la mia cagnetta, abbaiare, ringhiare e ululare spaventata. L’ho fatta rientrare e proprio non mi è venuta l’idea di guardare fuori, né a me né agli altri membri della famiglia. Io non ho mai creduto agli UFO, ma uno scherzo non può essere stato. Chi si prenderebbe la briga di fare un lavoro del genere? Occorre tempo, fatica e soprattutto avrebbero fatto un rumore del diavolo a due passi da casa”.
La sua frase era riferita ad alcune grosse e profonde impronte rimaste sull’asfalto, in numero di otto, per la precisione. Esse denotavano una pressione sulla pavimentazione di un peso di molte tonnellate ed hanno fatto registrare, per altro, alcuni gradi di radioattività sopra la norma.
La situazione attuale. Oggi, dopo quarant’anni dall’accaduto, le due ville sono disabitate e abbandonate, assieme alla raffineria adiacente. I cantieri procedono con i lavori di riqualificazione dell’area, anche se molto a rilento. Tutti gli abitanti della provincia sanno che l’area è pesantemente inquinata dalle attività passate delle industrie.
Che la radioattività fosse prodotta dal sottosuolo inquinato? E che le impronte fossero frutto di uno scherzo azzardato e ben riuscito?
Se queste ville infestate hanno stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di altre castelli, case, palazzi e ville abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente altri luoghi abbandonati della Liguria?
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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