“Josef Goebbels, il ministro della propaganda del governo di Hitler, aveva capito per primo che i giochi olimpici a Berlino potevano diventare una grande occasione per la Germania nazista per aumentare il suo prestigio internazionale e per far tacere molte critiche interne. Furono stanziate ingenti somme di denaro per stupire il mondo con dei giochi superlativi, mai visti prima.
Per rendere il più efficace possibile l’effetto propagandistico Hitler preme per aumentare al massimo la diffusione di apparecchi radiofonici che all’epoca erano ancora degli oggetti costosi, quasi di lusso. Il cosiddetto “Volksempfänger” doveva dare ad ogni famiglia la possibilità di ascoltare in diretta la voce del “Führer” e le trasmissioni dei giochi olimpici. Per la prima volta si potevano seguire le gare in diretta via radio. Durante i giochi furono organizzate 3.000 trasmissioni radiofoniche in 40 paesi del mondo, in tutti i continenti: un record assoluto per quegli anni. Anche la televisione fece il suo debutto a Berlino. Finora, in nessun paese esistevano regolarmente delle trasmissioni televisive, la tecnologia era ancora in via di sperimentazione. I nazisti fecero di tutto perché la Germania diventasse il primo paese a rendere possibile di seguire le olimpiadi anche alla televisione. Ma contava più che altro l’effetto propagandistico, perché la qualità delle trasmissioni era ancora piuttosto scarsa. Furono comunque trasmesse delle gare olimpiche per 138 ore in diretta, e solo tra Berlino e Lipsia. Visto che nessuno possedeva un televisore furono organizzate, in queste due città, 25 “Fernsehstuben”, cioè locali in cui chiunque poteva assistere, a pagamento, alle trasmissioni.”
E’ l’anno 2010 e dopo una mattinata tranquilla di Shopping nella magnifica Hamburg si fa l’ora di rincasare. Questo castello abbandonato che vi mostreremo é l’ultima tappa di un emozionante viaggio in Germania prima del lungo ritorno.
Attraversiamo con l’auto decappottabile le immense campagne tedesche baciate dal tiepido sole di un tardo pomeriggio d’ottobre proprio come l’inizio del trailer del film, da cui abbiamo preso la citazione iniziale, che é stato girato in questa location…
Ma di questo vi parlerò più tardi…
Siamo nel viale d’accesso del castello abbandonato. E’ circondato da una foresta enorme dipinta dai colori autunnali. Parcheggiamo l’auto nelle campagne e attraversiamo a piedi il viale finché davanti ai nostri occhi appare questo meraviglioso edificio.
Il castello appare esternamente ancora in buono stato, sembra un abbandono recente… non vedo l’ora di entrarci e documentare il suo stato.
Un varco al piano terra é aperto. Entro.
Gli interni si rivelano abbastanza vuoti, purtroppo, ma comunque interessanti. Restano pochi mobili e stanze relativamente vuote, però l’atmosfera del luogo resta notevolmente affascinante e il salone di rappresentanza é di una bellezza davvero singolare, con le sue colonne, la scala in legno e un importante camino.
Un po’ di storia. Questo castello, lo “Schloss Eldingen”, fu fatto costruire per il barone Walther Johannes von Caron in stile neo-barocco nel 1904 dall’architetto Scheadler.
L’edificio fu utilizzato per vari scopi dopo la morte del barone, per esempio, divenne una scuola del respiro e della voce.
Nel 2008 il castello di Eldingen ha fatto da sfondo come set cinematografico al film “Berlin 36“.
Mentre lasciamo il castello per raccogliere èpiù informazioni approfondiamo brevemente la trama di Berlin 36? Vi racconto brevemente l’argomento del film:
La trama. L’atleta tedesca Gretel Bergmann vince in Inghilterra il Campionato del salto in alto. Dopo che le leggi razziali naziste le impediscono di proseguire i propri allenamenti in Germania, in quanto ebrea, il padre la manda in Inghilterra, dove può vivere con più sicurezza e continuare la propria carriera sportiva.
In occasione dei Giochi olimpici di Berlino del 1936, gli americani e il CIO pretendono che gli atleti ebrei non siano esclusi dalla competizione, mettendo così i tedeschi in grande difficoltà: la probabile vittoria dell’ebrea in rappresentanza della Germania avrebbe comportato una grave umiliazione per tutta la nazione. Minacciata dalle autorità tedesche, Bergmann torna in Germania. Gretel sembra essere stata inclusa nella squadra olimpionica tedesca, al pari delle altre atlete di salto in alto.
Gretel ricomincia così i suoi allenamenti in Germania, dopo aver vissuto una separazione dolorosa dalla famiglia.
Hans Waldmann, l’allenatore della squadra, è entusiasta delle capacità e della disciplina di Gretel, e si rivela una persona equanime e sportiva. Tuttavia, proprio a causa del suo attaccamento alla correttezza sportiva e morale, Waldmann viene prontamente licenziato per ordine dei funzionari del partito nazista. Lo sostituisce l’allenatore Sigfrid Kulmbach, fedele al partito. Quest’ultimo tenta, al contrario, di scoraggiare con ogni mezzo la giovane donna e di colpire la sua autostima.
Nonostante sia l’atleta più promettente nel salto in alto, Gretel viene improvvisamente esclusa con falsi pretesti dalla competizione, a pochi giorni dall’inizio dei Giochi. Viene sostituita da Marie Ketteler, compagna di stanza di Gretel. Tra Marie e Gretel si crea, nonostante le numerose minacce provenienti dall’esterno, una salda amicizia.
Marie, tuttavia, è solita comportarsi in modo strano: non fa mai la doccia insieme alle compagne, si depila le gambe più volte al giorno e ha un timbro di voce basso e profondo. In effetti, all’insaputa di tutti, è un uomo, come Gretel scopre accidentalmente un giorno. Quando Marie viene a sapere che Gretel è stata esclusa dalla gara con falsi pretesti, decide deliberatamente di sbagliare il salto finale e decisivo. L’asticella cade, e con essa anche la speranza di vittoria da parte degli esterrefatti funzionari di partito. Marie raggiunge solamente il quarto posto. Marie e Gretel, che ha seguito la gara come spettatrice, si scambiano in segreto un sorriso felice: per loro quell’umiliante sconfitta dei tedeschi diviene una forma di comune opposizione alle ambizioni naziste.
E’ una storia a lieto fine: Alcuni investitori privati nel 2011 hanno acquistato il castello e lo hanno completamente restaurato e riportato all’antico splendore. Oggi é una location per matrimoni, compleanni, fiere ed eventi aziendali.
Trailer del film dove si vedono alcune scene girate all’interno e all’esterno del castello: https://www.youtube.com/watch?v=QxskcTt7WRA

Classe ’87 e svizzero, Jonathan è uno tra i più famosi autori nel campo “Urbex” e tra i più attivi nel progetto Ascosi Lasciti.
Attratto dalla storia, dalla bellezza estetica, dall’architettura, ha visitato edifici abbandonati in tutta europa.