Regole non scritte dell’Urbex. Come ben sa ogni esploratore urbano, gli epiteti con cui sono conosciuti molti posti abbandonati nascono spesso dalla fantasia del primissimo “scopritore”.
Possono agganciarsi a fatti realmente accaduti nell’edificio o essere connessi ad un particolare pezzo di arredamento che salti all’occhio del buon fotografo.
Ebbene, quello che vi andiamo a mostrare oggi è un chiaro esempio di tutto ciò.
Oggi vi porteremo nella villa de “Gli Specchi Gemelli“.
Una dimora abbandonata. Bellissima. Immersa nel verde, col quale si sta lentamente riunificando. Già, perchè la natura del suo incolto giardino sta prendendo il sopravvento e lentamente avanzando verso le sue, non più solide, mura.
Poca chiarezza. Se doveste tentare una ricerca online in base a questo nome trovereste solo spiegazioni, non attinenti, dai fan di Harry Potter : “Gli specchi gemelli sono due specchietti quadrati per far comunicare due persone che si conoscono a distanza di chilometri. Basta pronunciare il nome del possessore dell’altro specchio ed appare subito il suo riflesso.”
Il problema sostanziale è che gli specchi all’interno di questa villa esistono davvero (non me ne vogliano i “babbani” a cui ricordo che Hogwarts è solo un bellissimo miraggio) e sono anche quadrangolari e meravigliosamente rifiniti.
Il problema è nella loro opacità, troppo grande per farci guardare attraverso e “comunicare col passato del posto”. Ergo, ogni informazione su questa villa sembra nascosta e di impossibile lettura.
Parrebbe che i primi abitanti della villa fossero membri di una celebre famiglia nobiliare del centro Toscana. L’edificio è stato poi ampliato e la sua zona perimetrale sarebbe stata ospite e testimone di uno dei tanti orribili massacri effettuati ad opera delle truppe tedesche, nel 1944, con la fucilazione di circa quaranta civili.
Uniche certezze. Ciò che resta chiaro e nitido come uno specchio appena pulito è solo lo stato di abbandono attuale dell’immobile. Mura crollate, squarci nel tetto, polvere e disordine dappertutto. Dagli elettrodomestici e i calendari reperibili all’intero della dimora, sembrerebbe che l’abbandono sia iniziato non dopo gli anni ’70.
Un vero, enorme peccato.
Foto di Emanuele Bai.