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Dove Andiamo?

Articolo di Marzo 16, 2018Nessun commento

Dove andiamo? Automobili che si guidano da sole, treni e metropolitane comandate a distanza, robot tutto fare, negozi senza personale né casse: il conto viene addebitato direttamente sulla carta di credito ed un sistema integrato di videocamere e computer dotati quasi di intelligenza artificiale stabilisce cosa sia stato acquistato. Domotica per la casa, domotica per le fabbriche, elettrodomestici intelligenti che si sostituiranno all’uomo. Fantascienza? No, basta tenersi aggiornati sulle nuove tecnologia e si scoprirà che il luccicante mondo sopra descritto è già parzialmente reale e presto lo sarà completamente. E l’uomo dove lo mettiamo? Secondo i futurologi si dedicherà ai servizi, alla cura della persona, a tutto quanto non possa essere ancora automatizzato. Per l’appunto, ancora… ciò implica che le macchine prima o poi avranno il sopravvento. Su tutto. Sta’ per sorgere il regno delle macchine e se gli uomini non faranno in modo che questo regno sorga restando comunque al servizio dell’uomo i problemi saranno immensi. Il genere umano si dividerà in due classi: una di privilegiati, che godranno della tecnologia e non saranno toccati dal dominio delle macchine ed una immensa di disoccupati ed affamati. Nella prima classe ci saranno pochissimi super ricchi, che governeranno sopra gli stati (fantasia? pensate che ad oggi la società del frutto proibito ha già una liquidità che la può mettere in condizione di finanziare un piccolo esercito) ed un numero limitato di privilegiati che avranno un lavoro al momento non ancora automatizzato dalle macchine. La seconda classe sarà invece senza speranza, e soprattutto senza la minima possibilità di sollevarsi dalla condizione di indigenza in cui si troverà.

Come succederà tutto questo? Semplice: le macchine sostituiranno il lavoro di molti uomini che si troveranno disoccupati, senza reddito e non potranno investire in formazione né per loro né per i loro figli (formazione = unica via per accedere alla prima classe.) Passeranno due generazioni ed avremo un esercito di disoccupati che non avranno nessuna possibilità di risolvere i loro problemi (lavoro e formazione.) I governi saranno impotenti perché saranno piegati dal potere di poche immense multinazionali, ma soprattutto perché investire in formazione sarà troppo caro. Il futuro dell’intelligenza umana è infatti legato alle possibilità economiche delle persone. Ad oggi ci sono molti progetti che puntano a fondere intelligenza umana ed artificiale tramite microchip da impiantare nel cervello (al momento lo fanno già con i fringuelli). Quando questo sarà possibile, intelligenza e cultura non saranno più appannaggio di notti di studio, ma appannaggio di portafogli belli gonfi che permetteranno ai ricchi di comprare il sapere. Ciò farà in modo che i ricchi avranno potere e sapere e distanzierà inesorabilmente chi non potrà comperarsi un cervello, condannando la maggior parte del genere umano alla fame ed alla schiavitù.

Questo è il futuro. Ma dietro lo scintillio della tecnologia ci saranno campi incolti, fabbriche abbandonate, intere aree spopolate ed un’immensa corte dei miracoli accatastata in poche immense megalopoli. Allora è il caso di temere il progresso, la tecnologia? lo sviluppo? no. Occorre però che sia l’uomo a guidare questo cambiamento epocale e che lo faccia trovando soluzioni le quali permettano di garantire il benessere per tutti. La tecnologia deve servire l’uomo, sostituirlo se serve, ma senza eliminarne la sua centralità. Occorre iniziare a sviluppare fin da subito un pensiero sociale, che tenga conto dei bisogni della collettività. L’uomo deve lavorare per l’uomo, mettendo da parte egoismi e sogni di ricchezza, la condivisione dovrà essere non più un valore di pochi, ma un automatismo. In questo risiede la speranza, nella capacità dell’uomo di rinunciare all’eccesso per garantire un minimo di benessere per tutti.

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