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Alla fine bruciò i miei occhi. Il dolore : troppo ne avevo subito e troppo ne vidi passare sulla pelle e nell’anima di altri uomini. Cancellò dal mio cuore ogni speranza. Guardavo il mondo e l’unica cosa che ero in grado di vedere era l’oscurità del male. Fuggii e vagai ramingo per il mondo, ma il dolore è un segugio infallibile e dovunque mi nascondevo venivo rintracciato. Era sempre alle mia calcagna. Mi rifugiai nel deserto e vissi in solitudine. Il quarantesimo giorno si presentò a me il Diavolo. Lesse nel mio cuore.  Sbalordito il diavolo rimase, quando quando comprese quanto osceno fosse il dolore. Pianse per me, mi consolò e parlammo.

Gli chiesi “dov’è Dio, dov’è la misericordia, la redenzione e la pace”.

Dio non ha colpa” rispose il Diavolo “pensi che una madre amorevole sarebbe felice se vedesse il figlio soffrire, o se lo partorisse martoriato da qualche malattia? No di certo, eppure accade, non per questo quella madre non ama il proprio figlio. Non credo che Dio sia felice di vedervi soffrire, non credo nemmeno che la colpa sia sua”.

Eppure il dolore esiste” continuai “e Dio cosa fa? Si bea nell’alto dei cieli, senza intervenire, senza muoversi per pietà. Il dolore, chi lo ha creato, da dove viene?”

“Io sono il Diavolo e non so dirti da dove venga il dolore. La mia mente non è in grado di scrutare quella di Dio. Così come tu non sei in grado di comprendere appieno te stesso, forse anche Dio non si capisce appieno, forse si sta sbagliando, forse è distratto o stanco, magari è malato, o addirittura morto”.

“Credi davvero che Dio sia morto?”

“Io non credo nulla e non so nulla, sto solo facendo delle ipotesi. Dio è troppo lontano anche per me e da millenni non abbiamo rapporti propriamente… come dire… cordiali?” continuò il Diavolo “il mondo è grande sai? sono migliaia le cose che vanno regolate, sistemate, aggiustate. Forse Dio è semplicemente troppo occupato, una cosa sola ti posso assicurare: il dolore, il male… non vengono da lui.”

“Stai cercando di prenderti il merito del male e del dolore” Mi stai dicendo che vengono da te?”

“Da me? Ma io sono il Diavolo, cosa centro con il male? Io non porto il male e non porto il dolore, lo subisco come voi. Pensa: per un capriccio, una cazzata, per una misera disobbedienza sono stato scacciato, privato della mia bellezza, incatenato in un corpo mostruoso e costretto a vivere odiato e temuto da tutti.”

“Povero diavolo… Vedi? Ti ho colto in fallo. Prima dici che il dolore non viene da Dio, poi neghi che venga da te e ti lamenti per il trattamento subito dal tuo creatore. Questo, verso Dio, è un atto di accusa… e comunque da dove viene il male?”

il Diavolo così rimbrottato si ritrasse un poco, e rispose balbettando.

“…beh.. ecco… vedi… Diciamo che Dio non è stato proprio delicatissimo con me… magari è stato un po’ rozzo. E’ molto irritabile, sai!? E la sua mano è pesante… ma il male non viene da lui!”

“Da dove viene allora?”

“Ti ho già detto che non lo so…!”

“Pensi che potrebbe venire da noi uomini? Che sia una nostra creazione?”

“Certamente voi uomini siete sciocchi! Aggiungete il dolore al dolore, non sapete perdonare, vi odiate, vi uccidete l’un  l’altro. Siete dediti al tradimento, all’egoismo alla superbia…e potrei andare avanti all’infinito elencandovi quante cose stupide e malvagie commettiate contro voi stessi! Diciamo che una piccola parte del male viene certamente viene da voi, ma non del tutto. Esistono forme di male che tormentano l’uomo senza che l’uomo ne sia responsabile, sto pensando alla malattia, alla morte… a cose così…”

“Non posso sopportare oltre il carico di dolore che pende nel mio cuore, ovunque volgo lo sguardo vedo solo il male”

“Devi pazientare amico mio… pazienta qualche minuto, voglio mostrarti una cosa…siamo sul bordo della notte, ancora pochi minuti, poi vedrai…”

Pochi minuti dopo…

“Amico mio, io sono il Diavolo, ed oggi piango con te, la notte è agli sgoccioli e presto me ne dovrò andare…”

“Mi avevi promesso che mi avresti mostrato qualcosa”

il Diavolo mantiene sempre le promesse, uomo! quando sarò scomparso volgi lo sguardo ad oriente, vedrai l’aurora sorgere da est e con essa la scintillante bellezza del creato, quello spettacolo… è Dio che vi parla…”

“Dio? e cosa ci ci dice? cosa significa l’aurora?”

“Non lo so… al Diavolo sono precluse certe conoscenze… ora debbo andare, ma ti lascio un consiglio ed una promessa”

“Sono tutto orecchi!”

Il consiglio è di cercare… il cielo è grande, c’è spazio per molti lassù, altri dei solcano le orbite celesti, o forse sono solo travestimenti di uno solo… cerca nel mondo… continua a viaggiare, cerca tra gli uomini… magari non troverai risposte, ma certamente apprenderai il rispetto e la convivenza, quando avrai appreso dovrai insegnare agli altri uomini.”

“E… e la promessa?…”

“Noi ci rincontreremo, tra 35 anni… a Giacarta…tu mi consegnerai dei codici, al resto penserò io

“Te ne vai?”

“Si”

“Grazie!”

“Staremo a vedere se a Giacarta mi vorrai ringraziare ancora…io sono pur sempre il diavolo.”

Scomparve così, senza aggiungere altro, da oriente spuntavano i primi raggi di una bellissima alba e da est si presentò a me l’angelo. Lesse nel mio cuore, ma non rimase esterrefatto dall’oscenità di tanto dolore. Non pianse per me, non mi consolò e parlammo poco.

“Ho udito il tuo chiacchiericcio col Diavolo, hai peccato contro Dio, hai dubitato. Non mi stupisce che tu soffra tanto”

“Ma io volevo solo capire…”

“Subire… voi uomini dovete solo subire

Ma… tu sei un angelo…”

“Già! Lo sono! E non mi sporcherò ulteriormente con un peccatore. Non voglio darti consigli, ma ti faccio una promessa… nemmeno tra trecentocinquant’anni ci rincontreremo.”

E l’angelo scomparve.
Fui solo….
Infagottai le mie cose.
Partii alla ricerca di altri Dei, mentre il dolore baldanzoso mi stava alle calcagna.

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