<<Il Nanga è stata “fraintesa”, tra risse, droga e blitz della polizia. Non esisteva il problema del rumore. Era isolata, non dava fastidio a nessuno, ma a causa delle continue risse e spaccio, la licenza fu revocata per sempre.>>
Nel 1994, una piccola frazione del ponente ligure, praticamente sconosciuta alla maggior parte degli abitanti della zona, diventò la meta di coloro che vivono il mondo di notte.
Apriva infatti in quell’anno la discoteca Nanga. La discoteca è ubicata sulla sommità di una collina, da cui domina la valle con un’incredibile vista a 180° sulla costa e le alture circostanti. La costruzione, realizzata sui resti di un vecchio ristorante, si compone di 4 piani, di cui un bar con annessa paninoteca, due sale coperte, una piscina e la pista nel giardino. Nel corso degli anni ‘90, per le serate organizzate al Nanga arrivava gente da tutto il Nord Italia, molti in pullman oppure in treno, qualcuno in taxi. Dopo la serata, all’alba si potevano incontrare i ragazzi che tornavano sulla costa a piedi. I migliori DJ italiani dell’epoca, erano di casa nelle consolle del locale, dove si ballava dal sabato pomeriggio per 24 ore consecutive.
Come tutti luoghi abbandonati, oggi resta solo degrado e macerie. Tutto è stato devastato dai vandali: gli specchi e le vetrine sono rotti, non esiste più il parco che oramai è un ammasso di arbusti. Non esiste più nulla, se non lo scheletro della movida ligure.

Gianni, conosciuto come “Ferro36”, Classe 1963, fotografo e radioamatore, appassionato di storia e di computer retrò. La sua compagna di viaggio è la figlia Eleonora, amante della scrittura. Insieme formano “I Pastorino”.