Sia da subito chiaro che non siamo alcolizzati. Per ora almeno. Un domani vedremo.
Va anche detto che l’alcool, in dosi e tipologie giuste non è nocivo. E con questa scusa, è risaputo, si alza facilmente il gomito. Le “dosi giuste” si raddoppiano e triplicano, pensando che parallelamente si alzi il suo potere anti-ossidante. Ma la verità è che il buon bere ci piace. Ci gratifica e certamente aiuta il nostro potere socializzante.
Gioco facile. Potrei scommettere sull’epilogo di certe serate in cui noi Pecore nere ci riuniamo. Intendo quelle in cui ci si ritrova in amicizia per una birra (si, ho scritto “una” birra) e due parole. (per non dire “due ore” di goliardate).
Potrei scommetterci sopra: è certo che a fine serata almeno uno di noi verrà rimproverato dalla moglie (non necessariamente la sua). E’ storia.
Non capiamo il senso delle birre analcoliche o intrugli simili. Questo è uno dei pochi concetti su cui siamo sempre tutti d’accordo (oltre alla passione dell’Urbex, chiaramente). Ma tant’è, il mondo è bello perché è vario. Esiste sempre qualcuno che si ritrova sempre nel pensiero altrui. E per dirla alla Elio, quello delle storie tese, “Dio li fa poi li accoppa”.
Cosa c’entra questo preambolo? Veniamo a noi. La nostra nuova esplorazione non si discosta affatto dal tema.
Sia perché in serate come quella sopracitata, organizziamo le nostre spericolate uscite fotografiche. Sia perché il luogo abbandonato che vi stiamo per fare vedere, è proprio dove l’alcool viene “creato”.
Qualche estate fa’ abbiamo scoperto che in zona, mi riferisco a Cagliari, era accessibile una distilleria oramai abbandonata da qualche anno. Grande entusiasmo, sulla fiducia, da subito.
Siamo personcine semplici. Le due paroline “distilleria” e “abbandonata” ci facevano immaginare un paese dei balocchi per noi fissati dell’esplorazione urbana.
Non so voi però io mi attendevo un’altissima caldaia dalla quale si diramano, come le zampe di un ragno di metallo, mille serpentine. Una sull’altra, sovrapposte, in una rete fittissima in cui è difficile capire qual è l’inizio di quale fine.
E poi cisterne, molte, e tante tante bottiglie. Fila, truppe, eserciti di bottiglie. E poi Botti….Fusti…..e invece no.
Purtroppo, nulla di tutto questo.
In questi anni ci siamo andati e tornati, a più riprese. Ci è servito. Abbiamo qui lungamente esercitato l’arte della fotografia urbex e “preso le misure del nostro mondo”. Dico questo dato che abbiamo qui appreso che i luoghi dell’abbandono sono generalmente frequentati da tre categorie di persone che vado a snocciolarvi.
I c*glioni: non ho nessuna stima per loro. E’ chiaro. Nessuno potrebbe averla. Sotto questa voce si devono annoverare tutti coloro che spaccano, distruggono gratuitamente e lasciano una lunga, lunghissima scia di immondezza varia dietro di se.
I graffittari: Mi piace pensarli come degli artisti timidi.
I curiosi: noi, poveri urbexer fotocamera dotati. Non aggiungo altro.
Se incontrate qualcuno durante le vostre gitarelle sforzatevi di capire a quali di queste tre categorie piazzarli. Non sforzatevi oltre. Pochissime sono le alternative.
Tornando all’edificio. Lo stabilimento fu chiuso nel 2002 per poi essere venduto ad una società specializzata nella commercializzazione dei metalli ferrosi. Da questa, quindi, in gran parte smembrato. Va anche detto che, in un secondo momento, tutta l’area fu posta sotto sequestro dall’ispettorato forestale di Cagliari, in quanto nell’area di pertinenza dell’impianto furono trovati dei rifiuti nocivi (ergo, statene alla larga!).
Cosa rimane all’interno della struttura? Macchinari, materiale sanitario e poi bla e bla bla e ancora bla bla bla. Su questo punto preferisco decisamente far parlare le foto. Date pure un’occhiata, in tutta sicurezza, senza dovervi esporre ai pericoli di questo “artistico storico immondezzaio” :
Mr. Black.

Il gruppo nasce nell’autunno del 2015 per l’esplorazione urbana in Sardegna. Non è affatto semplice descrivere in poche righe le nostre motivazioni. Sicuramente alla base di tutto c’è il piacere dell’esplorazione. In seconda battuta la volontà di cogliere immagini fotografiche e video assolutamente inusuali e inconsuete. Siamo: Federico Casti (Mr White), Luca Secci (Mr Periwinkle), Gianluca Marotto (Mr Green), Alessio Scalas (Mr Red) e Andrea Gambula (Mr Black)