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Tanti sono gli edifici abbandonati che abbiamo incontrato prima di trovare questa bellissima chiesa diroccata.
La valle circostante sembra spopolarsi lentamente da più di un ventennio. Come sempre, le mode turistiche hanno portato alla sovrapproduzione edilizia, alberghiera e abitativa, che male ha tollerato la prova del tempo. Piccoli Alberghi, villette indipendenti. Tante di queste strutture appaiono prive di manutenzione e, nei casi più gravi, lasciate a marcire. Ma non pare l’unico motivo del lento declino.

Sembrerebbe infatti che alcuni punti specifici di queste terre soffrano di cedimenti dello strato roccioso più profondo del sottosuolo. Risultato: un paio di case si presentano storte e semi-crollate.
La chiesa parrocchiale in cui vi portiamo oggi ne è un ulteriore lampante esempio.
Non si tratta, infatti, dell’originale chiesa pre-esistente. Essa sostituì l’antico edificio che, in epoca non ben databile, scomparve per una grossa voragine prodottasi sotto alle fondamenta. Il cratere si portò dietro anche il campanile e la canonica.
Scavi successivi hanno recuperato, quasi illesa, una campana su cui era incisa la data 1402.
La chiesa odierna si presenta profondamente modificata e rimaneggiata in seguito ad ulteriori cedimenti del terreno a al terremoto del 1920.
Nel 1942 a seguito dell’ultimo restauro, il soffitto a volta fu eliminato.
I successivi cedimenti strutturali determinarono l’abbandono della struttura.
Ed è qui che arriviamo noi a visitarla.

La  grossa chiesa in questione, insieme al suo campanile, resta isolata rispetto al paese.
La facciata è in conci squadrati di pietra, i restanti elementi strutturali sono stato rimaneggiati nel tempo con materiali misti per risolvere i problemi strutturali dell’edificio. Il suo aspetto esteriore non lascia pensare ad incuria, se non fosse per una transenna rossa antistante.
La facciata, di impostazione classica, è tripartita da quattro paraste che inquadrano un ordine con arco cieco.
L’arco centrale accoglie il portone principale. La sua cornice lavorata in materiale lapideo impreziosisce graziosamente l’ingresso all’edifico sacro.

Non è da qui che entriamo. Lateralmente all’edificio, il muro portante è parzialmente crollato, lasciando aperto un varco da cui facciamo capolino.
Scopriamo quindi che la divisione esterna si rispecchia anche internamente, attraverso la presenza di tre navate, una centrale e due laterali. Il soffitto è piano, come avevamo detto, a seguito dell’ultimo restauro, ed è splendidamente decorato. Da esso pendono alcuni bellissimi e grossi lampadari. La navata centrale accoglie un’abside semicircolare mentre le due laterali si terminano con due altari.
Confessionali e pancali sono sovrastati da pietre ed escrementi di piccione.
Abbiamo un’ora di tempo per visitare e fotografare, prima che venga buio. Giusto il tempo di una messa domenicale.
Quella stessa messa che non si svolge da decenni.

Chiedo scusa per gli scatti poco curati: le foto sono vecchie (avevo appena comprato la prima Reflex) e fatte frettolosamente per mancanza di tempo. Spero di aver comunque reso giustizia a questo luogo.

In collaborazione con Irene Russi

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