Austero e imponente, il Castello abbandonato svetta in cima alla rocca dalla quale domina il villaggio e la valle.
Già da lontano si avverte un’aura di timore e imponenza di questa antica fortezza. La avverto nitidamente questa sensazione. Sensazione amplificata dalla fredda e uggiosa giornata invernale in cui decido di irrompere in questo edificio.
Arrivato ai piedi della rocca capisco subito che riuscire ad entrare è realmente difficile. Non a caso è una fortezza medievale e, per definizione, doveva essere inespugnabile!
Arrampicatomi con fatica su per la rocca, riesco con grande impegno ad entrare. Passando da una piccola stanzetta, mi ritrovo nella grande corte interna. Da qui si può ammirare per intero il castello, con le sue alte torri.
L’intero castello è completamente vuoto, in stato di abbandono da circa 15 anni, da quando, dopo i tentativi di restauro e l’organizzazione di qualche rievocazione storica, ha chiuso i definitivamente suoi portoni.
Come molti di questi edifici, ciò che ci si presenta è frutto di diversi e importanti rimaneggiamenti nel corso dei secoli.
La struttura nasce nel 1000 come semplice torrione difensivo e viene riadattato più volte. Vengono aggiunti un imponente torrione quadrato, un corpo articolato su svariati piani, a corte chiusa con fossato e ponte levatoio; è presente anche una chiesetta privata, oggi completamente collassata su se stessa.
Durante la seconda guerra mondiale, l’armata tedesca lo utilizza come sede per una base logistica data la sua posizione strategica, danneggiando diversi arredi e pareti.
Girando per i suoi grandi saloni e i labirintici corridoi quasi sembra di sentire il galoppare dei cavalli nel cortile e il vociferare dei fastosi banchetti.
Le stanze sono quasi tutte decorate da affreschi, con soffitti a cassettoni, in alcuni casi quasi completamente cancellati dal tempo e dalle infiltrazioni che hanno anche provocato importanti cedimenti strutturali.

Da sempre appassionato al mondo dell’arte e dell’architettura ha conseguito gli studi in design e fotografia. Con base in Piemonte, rapito dal fascino della decadenza fin da bambino, negli ultimi anni ha iniziato ad esplorare e fotografare antichi edifici abbandonati tra Italia e Francia e Romania.