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OSPEDALI e MANICOMI abbandonatiPIEMONTE urbex

La Fabbrica delle Idee

Articolo di Aprile 30, 2019Maggio 17th, 2019Nessun commento

E’ una tiepida mattinata di inizi dicembre, il timido sole illumina tutto di una morbida e pallida luce.

Percorrendo a passo svelto i campi fangosi, mi dirigo verso la meta.
Si tratta di un austero e imponente ospedale psichiatrico, struttura abbandonata di oltre 10 mila metri quadri con due ampi cortili interni.
Attraversato velocemente il parco del complesso, individuo subito un accesso per introdurmi all’interno.
Una volta dentro sono subito avvolto da un’aura gelida, dovuta alle basse temperature. Sembra darmi un “Aassaggio” delle estreme sofferenze vissute qui dentro negli anni passati.

C’erano i cosiddetti “furiosi”, separati in stanze diverse dai “tranquilli”.
Tra i chilometrici corridoi, i cortili interni e i pavimenti gonfi e inclinati dal tempo e dalle infiltrazioni, si percepisce ancora la sofferenza dei malati psichiatrici. Sembra di essere in una bolla del passato. Pare di essere bloccati in un limbo temporale.
Solo queste mura, prossime al crollo, sanno le terribili cose che succedevano al suo interno.

Cerco di ricordarmi il punto di accesso per evitare di girare a vuoto: tra gli innumerevoli angoli  e i labirintici corridoi è facile perdersi.
Le stanze più suggestive sono senz’altro quelle degli archivi e quelle che ospitano vecchi macchinari diagnostici e tutta la strumentazione medica. Senza contare la grande chiesa, bellissima nella sua decadenza.
Il palazzo versa in pessimo stato strutturale. I pavimenti sono terribilmente inclinati e in alcuni punti ci sono stati veri e propri cedimenti. L’intero edificio è puntellato esternamente e, in via preventiva, tutte le strade adiacenti sono state chiuse al traffico per evitare che i prossimi crolli creino seri danni.

Nonostante sia totalmente vuoto, sembra raccontarci la sua triste storia:  venne realizzato nella prima metà del 1800 e, dopo essere stato utilizzato come collegio militare e poi come ospedale di carità e opere pie,  nel 1871 circa, venne trasformato in manicomio.
Nel corso degli anni si ingrandì al punto che, nel periodo della sua massima attività, ospitava oltre 1.500 pazienti e circa 500 addetti ai lavori tra medici, infermieri, manutentori. Era arrivato al punto di essere una città nella città, quasi completamente autonomo in quanto ospitava i maggiori servizi: panetteria, macelleria, servizio di sartoria, lavanderia.
Il suo declino iniziò nel 1981, quando con l’introduzione della legge Basaglia, partirono le dimissioni dei pazienti, fino alla sua definitiva chiusura nel 1999

Ad oggi versa in uno stato di totale degrado e abbandono, con la seria minaccia di una demolizione e nessuna prospettiva di recupero.

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