Il 1° maggio celebra la Festa dei lavoratori, e ricorda le lotte operaie per i diritti sul lavoro, in particolare per la riduzione degli orari lavorativi: se oggi la norma prevede ‘solo’ otto ore di produttività giornaliera, lo dobbiamo al sudore e al sangue di chi si è battuto per rivendicare condizioni più umane sul posto di lavoro.
La nostra Costituzione, d’altra parte, dedica il suo primissimo articolo a questo aspetto: è sul lavoro che è fondata la nostra Repubblica democratica. Eppure, proprio l’archeologia industriale testimonia una triste storia: la dismissione delle fabbriche e delle industrie sul suolo italiano ha significato l’improvvisa disoccupazione e la perdita di basi di sopravvivenza e prospettive future per migliaia, forse centinaia di migliaia di famiglie italiane.
A volte dimentichiamo la storia socio-economica di questi luoghi abbandonati, che oggi appaiono come una meta a dir poco allettante agli occhi dei cacciatori di esplorazioni urbane.
Noi di Ascosi Lasciti abbiamo rintracciato e visitato decine e decine di opifici dismessi, ed oggi proponiamo una classifica delle 8 fabbriche abbandonate più interessanti tra quelle abbandonate sul suolo italiano. Ma non si tratta soltanto di ammirare macchinari e strumentazioni vecchie di decenni: abbiamo scovato luoghi a dir poco insoliti, e all’interno di questi colossi di cemento armato e metallo abbiamo trovato sorprese di ogni tipo. Non resta che cliccare sulle foto per leggere gli articoli e condividere le nostre scoperte!
CLASSIFICA
8) LAZIO: LA FABBRICA DEGLI ARTISTI

Sembrerebbe un inizio ‘off-topic’, e invece è un magnifico esempio di trasformazione dello spazio urbano inutilizzato: una fabbrica di penicillina è diventata un vero e proprio museo pubblico di street-art. Tante le fabbriche abbandonate usate dagli artisti da strada, la Leo è sicuramente la più suggestiva.
7) SARDEGNA: L’URBEX E I SUOI RISCHI
5) SICILIA: NON UNA FABBRICA…UNA MINIERA!
4) CAMPANIA: LA FABBRICA DEL VETRO

Un’industria di lastre di vetro che un tempo restituiva speranza in una zona depressa, costruita su un’immensa area industriale, ormai completamente dismessa. Oggi non è che un rudere dall’architettura imponente e ricca di fascino, ma pericolante e velenoso per l’ambiente. Tra le fabbriche abbandonate più grandi nel campano.
3) EMILIA ROMAGNA: IL MANGIMIFICIO DISMESSO

Avete mai sentito parlare di mangimifici? Ebbene sì, esistono anche fabbriche di mangime per bestiame. Ma la particolarità di questa esplorazione non è data solo dal tipo di industria: le foto rivelano un’incredibile quantità di dettagli, da celle frigorifere a quadri elettrici e centraline, da veicoli per spostamento di carichi pesanti a file di provette e ampolle. Tutto ancora intatto, guardare per credere!
2) LOMBARDIA: INDUSTRIA FARMACEUTICA E SPERIMENTAZIONE ANIMALE

Sul secondo gradino del podio un’esplorazione più unica che rara, di un luogo che non può che mettere tristezza: si tratta di un’industria chimico-farmaceutica con laboratori di sperimentazione su cavie animali. Le foto sono davvero sorprendenti, ma non possono lasciare indifferenti neppure i meno sensibili sulla questione animalista.
1) LOMBARDIA: CEMENTIFICIO O MONUMENTO?
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Derive Suburbane è un progetto di esplorazione degli spazi (extra)urbani dismessi e dell’architettura fantasma, interamente dedicato alla Campania: paesi abbandonati, edifici civili e sacri, archeologia monumentale e industriale, infrastrutture e complessi edilizi.