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TOSCANA urbexVILLE e PALAZZINE abbandonate

La villa dei rovi

Articolo di Maggio 12, 2019Agosto 30th, 2019Nessun commento

Durante le mie camminate in campagna, più volte mi ero imbattuto nella vista di un bel colle rigoglioso, chiedendomi cosa fossero quelle mura ricoperte da una fitta macchia boscosa. Poi, su suggerimento di chi già era riuscito ad avvicinarsi o a visitare parzialmente l’immobile, ho deciso di sfidare la natura.

La via d’accesso non è semplice, a causa della fitta massa di rovi, che si è sviluppata intorno a questo edificio.
Dopo venti minuti di “lotta” , finalmente, sono dentro.
La cosa che colpisce subito entrando nell’edificio inghiottito dalla natura, è ciò che rimane nell’ala sinistra della Villa, di origine cinquecentesca.
Trattasi della presenza di innumerevoli bottoni accatastati e sparsi sul pavimento che fanno pensare come parte dell’edificio fosse adibita a magazzino per lavorazioni, in tempi relativamente recenti.
Proseguendo però ci troviamo davanti alla cosa più attraente: una bellissima sala caratterizzata da pareti di color rosso, quasi “pompeiane”, contornate da cornici ocra e grigio e sovrastate da quel poco che resta del soffitto decorato con un fregio centrale.
Nelle altre cinque stanze vuote, resta solo una vecchia stufa ed un grande un nastro trasportatore, mentre il piano superiore è totalmente inagibile.

Uscendo dalla Villa di sinistra noto i resti della vecchia limonaia e dei vari annessi.
Nell’ala destra della Villa (costruita tra il 1700 e 1800) oggi si accede solo dal portico di una cappella di cui ormai non resta che qualche panca lisa dal tempo.
Dalle scalette dietro l’altare ci troviamo in un lungo e tetro corridoio: una vecchia bicicletta arrugginita giace sul pavimento ed alcune delle stanze laterali sono ormai crollate; anche qui sono presenti particolari macchinari da lavoro.

Un’ampia vetrata divide il corridoio centrale da una attraente e fatiscente scala.
Come detto prima, il piano superiore è ormai a cielo aperto ed è inagibile.
Il piano sottostante invece è quello che contiene tutti i ricordi di una vita, ormai, passata.
Dai cassetti aperti di un vecchio cassettone sbucano registri di magazzino, marche da bollo da “mezza lira”, bolle, dichiarazioni di infortuni di coloro che vi lavoravano, la contabilità …

…non finirei più di guardarmi attorno ma ormai si è fatto tardi e devo sfidare ancora i rovi per uscire.
Nel tornare indietro, in una stanza al buio del piano interrato si notano le immancabili botti dove nasceva il vino toscano.
Tuffo carpiato, oltre che nella vegetazione, nel nostalgico passato.
Una (ri)Scoperta sensazionale, opera della tenacia degli esploratori urbani che mi hanno preceduto e della mia curiosità.

Gabriele Laffi

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