In occasione del weekend libero, decidiamo di fare una gita “fuori porta”: destinazione Francia!
Dopo ore di viaggio e centinaia di chilometri macinati, arriviamo nella graziosa piazzetta del paese, da cui svetta, austero e imponente, questo magnifico castelletto abbandonato. Rimaniamo incantati dalla sua bellezza, fascinosa e decadente.
Trattasi di una dimora edificata nella seconda metà del 1800, al posto del pre-esistente antico castello.
Il suo abbandono, nonostante l’aspetto, è relativamente recente: l’edificio, seppure non più curato, fu abitato fino a circa 5 anni fa’ dalla solitaria e anziana proprietaria che ne occupò le stanze, fino alla sua data di morte.
Lo stile architettonico neo-rinascimentale attira subito l’attenzione per via dei numerosi dettagli e sfarzosi decori che ornano le pareti esterne. Il tutto è reso ancora più affascinante dalla cornice incolta di vegetazione che sta lentamente inghiottendo il soggetto centrale di questo magnifico “quadro”.
Il castello è protetto da un’alta recinzione metallica, anch’essa decorata; decidiamo quindi di fare un giro perimetrale per trovare un punto di accesso. Come spesso accade, gli alti muri di cinta e i cancelli apparentemente invalicabili nascondono un varco facilmente oltrepassabile sul retro.
Entrati nel parco, iniziamo a farci strada tra i rovi e la vegetazione incolta.
Una lotta che pare eterna e che viene motivata dal solo pensiero di ciò che troveremo all’interno dello storico edificio.
La prima stanza che ci accoglie è un grazioso salotto decorato con una tappezzeria damascata e boiserie.
Purtroppo è l’unica stanza conservata del castello. I restanti vani sono pressoché collassati per via delle tante, troppe infiltrazioni.
Come spessissimo accade, i danni del tempo trascorso nella totale incuria si sono sommati ad altri fattori. Vandali e sciacalli, dopo aver fatto razzia degli oggetti più preziosi, si sono divertiti ad “infierire sulla carcassa”.
Sembra, a tratti, di essere in una discarica abusiva.
Per esplorare il castello, infatti, oltre a superare le macerie, bisogna camminare su cumuli di spazzatura e oggettistica varia.
A detta dei vicini, parrebbe che la causa di questo caos non sia deputabile ai soli visitatori esterni.
Parrebbe, piuttosto, che i proprietari fossero avezzi ad accatastare patologicamente ricordi e oggetti ornamentali.
Insomma, più che una passione, un’ossessione. Accumulatori seriali.
Nonostante le pessime condizioni strutturali e pavimenti letteralmente marci, la curiosità ci ha spinti ad addentrarci fino all’ultimo piano, percorrendo la bellissima scalinata in pietra illuminata dalle altrettanto stupende vetrate al piombo, a cattedrale.
Ancora si riescono a scorgere, tra i calcinacci, magnifici camini in legno intagliato, le bellissime boiserie, le tappezzerie e quel che resta di antichi mobili di notevole fattura. E ancora, volumi, libri, ritratti e vecchie lettere.
Un forziere di ricordi.

Da sempre appassionato al mondo dell’arte e dell’architettura ha conseguito gli studi in design e fotografia. Con base in Piemonte, rapito dal fascino della decadenza fin da bambino, negli ultimi anni ha iniziato ad esplorare e fotografare antichi edifici abbandonati tra Italia e Francia e Romania.