In una piazza centrale di quello che il nostro Valerio F. ha definito il “borgo abbandonato più bello d’Italia“, si erge un palazzo gentilizio risalente al XVIII o XIX secolo. Una targa sulla facciata anteriore dell’edificio (quella che dà sul vicolo interno) commemora il medico Orlando Cantelmo, nato proprio in questa casa sul finire dell’Ottocento e celebrato per la sua lunga e prestigiosa carriera ospedaliera e per i suoi contributi scientifici. Ma appena entrati dal portone nel vicolo, qualcosa non quadra.
Attraversata un’ampia anticamera e oltrepassata una porta sulla destra, ecco apparire il bancone di un bar, elegante e decadente, simile a quelli delle sale d’attesa degli hotel. Se il dottor Cantelmo è deceduto nel 1959 e il paese intero è stato evacuato nel 1962, è possibile che in quei tre anni il palazzo nobiliare fosse divenuto un albergo, oppure ospitasse un bar al piano terra?
Senza poterci chiarire le idee, saliamo verso i piani superiori, e lì scopriamo le sfarzose stanze che senza dubbio costituivano l’ambiente domestico di questa dimora. Qua e là notiamo diversi oggetti bizzarri. In un angolo c’è un quotidiano, introdotto nella casa, a giudicare dai titoli, nel corso degli anni ’80. Quindi ritroviamo persino un progetto ingegneristico, disteso su un ripiano insieme ad altre carte. Più di un indizio lascia supporre che tra i due terremoti del 1962 e del 1980 questo edificio possa davvero essere stato riutilizzato ad altri scopi.
Ma il vero elemento di spicco sono i soffitti affrescati: il più bello e meglio conservato è quello raffigurante due donne, opera del Maestro Auciello realizzata nel 1932.
Ma non ci siamo accontentati: una scala conduce nel sottotetto e poi su una terrazza all’aperto, dalla quale non resta che constatare come in questa palazzina nobiliare non mancasse nulla, nemmeno un panorama spalancato sulle verdi colline circostanti.
Altre foto del palazzo gentilizio sono sulla pagina Facebook di Derive Suburbane, per vederle clicca qui.

Derive Suburbane è un progetto di esplorazione degli spazi (extra)urbani dismessi e dell’architettura fantasma, interamente dedicato alla Campania: paesi abbandonati, edifici civili e sacri, archeologia monumentale e industriale, infrastrutture e complessi edilizi.