Fa freddo. Siamo a dicembre.
C’è un pallido sole, l’ultimo prima che la giornata muoia piombando nel crepuscolo.
Siamo ai confini di un paesino in un quartiere residenziale, dalle case graziose, con i giardinetti perfettamente addobbati a festa.
Poi c’è una casa, scura e lugubre, gli alberi spogli nascondono buona parte della facciata grigia.
Quella è la nostra destinazione. Ci avevano parlato di un luogo incredibile, di stanze intatte coperte dalla polvere…una capsula del tempo.
Poi dentro ci troviamo in una stanza parzialmente arredata e colma di sacchi dell’immondizia, sul letto negli armadi e negli angoli i sacchi impilati raggiungono il soffitto. Nel corridoio e nelle stanze successive la situazione è la medesima.
Una sala da pranzo è sommersa di bottiglie di plastica e giornali fino ai fianchi, tanto è il pattume da sommergere i mobili anch’essi colmi d’immondizia. Probabilmente l’ultima stanza dove aveva vissuto nella solitudine l’ultimo inquilino, malato di disposofobia.
Mi giunge il dubbio di essere nel luogo sbagliato. Poi al piano superiore superstite una stanza magnifica…come se il tempo si fosse fermato, come se fosse incredibilmente stata risparmiata dalle montagne di spazzatura che invadono tutta l’abitazione.
Il tappeto liso al pavimento, le poltrone dai velluti consumati, le vecchi credenze e il tavolo. In un angolo, un pianoforte nero.
Pregiati tendaggi in seta broccata incorniciano le finestre e donano alla stanza un’atmosfera elegante. La carta da parati a fiori sbiadita e un po’ ovunque ninnoli e sculture di bronzo riempiono la stanza. Fra i quadri, i piatti e le foto di nozze alle pareti una pendola ferma segna due volte al giorno l’ora esatta in questa stanza dove il tempo si è interrotto.
Ma le sorprese non finiscono qui. Anche la mansarda nasconde la sua “stanza delle meraviglie”.
Siamo di fronte ad un magnifico studio di un altra epoca con i suoi tesori.
Giunge il crepuscolo e le luminarie intermittenti si accendono nei giardini circostanti. È ora di andarcene da questa dimora affascinante e misteriosa.Il tempo passa, è una giostra rotonda che passa e ripassa…

Classe ’87 e svizzero, Jonathan è uno tra i più famosi autori nel campo “Urbex” e tra i più attivi nel progetto Ascosi Lasciti.
Attratto dalla storia, dalla bellezza estetica, dall’architettura, ha visitato edifici abbandonati in tutta europa.