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CINEMA e TEATRI abbandonatiLAZIO urbex

Vecchie proiezioni di emozioni

Articolo di Agosto 27, 2019Agosto 29th, 2019Nessun commento

Prima o poi il team Ascosi Lasciti produrrà un film per la grande distribuzione, ne siamo più che convinti! I presupposti ci sono tutti: un regista c’è, un direttore della fotografia anche, un attore pure. Manca solo qualche milione di euro. Ma questa è un’altra questione. Rimaniamo speranzosi.
Possiamo però affermare che i membri del team sono anche dei grandi cinefili e, di conseguenza, quale miglior luogo da esplorare per noi di un cinema abbandonato??

Ci spostiamo dalla capitale con Nausicaa, una nostra collaboratrice del luogo e ci ritroviamo a percorrere svariati chilometri con un clima di assoluta incertezza nell’abitacolo della macchina. Sappiamo che potremmo trovarci di fronte ad un piccolo gioiellino ma non abbiamo alcuna idea sul come poter entrare all’interno di questa sala. I cinema abbandonati sono molto ambiti per gli appassionati di Urbex e, forse proprio per questo motivo, sono spesso totalmente serrati o inavvicinabili.

Accostiamo la macchina sul ciglio di una vecchia strada e scorgiamo poco più avanti la struttura di questo vecchio cinema, con tanto di insegna scrostata e sporgente che ne rivela il nome (ahimè, lo teniamo per noi). L’edificio non è enorme (almeno all’apparenza) e presenta un piano superiore squadrato con poche finestre sbarrate. L’ingresso principale è totalmente inaccessibile in quanto delle enormi saracinesche arrugginite dal tempo ne impediscono l’accesso. Il vetro che si trova subito al di là di queste maglie di ferro è rotto in più punti ed annerito dal tempo. Scorgiamo a malapena da un lato quella che era la vecchia biglietteria e dall’altro il bancone di un bar. Non ci arrendiamo e dopo una perlustrazione accurata troviamo un accesso non troppo agevole. Ma ecco, siamo dentro.

Gli occhi si abituano poco velocemente al buio in cui siamo immersi. Capiamo rapidamente di essere già all’interno di quella che era la vecchia sala-cinema. Decidiamo di recarci prima al piano superiore che risulta ancora illuminato dalla luce naturale. Una piccola rampa di scale conduce in uno stanzino denso di emozioni: la saletta con il proiettore! Alcune “pizze” lasciate all’incuria giacciono a terra, ma purtroppo non conservano più i nastri dei film. Il proiettore, invece, statuario come non mai, è ancora lì in attesa di riempire la sala sottostante di immagini, che a loro volta riempiranno il cuore di emozioni. Questa, ovviamente, è l’immagine poetica che abbiamo immaginato a posteriori. In “presa diretta” quel set presenta invece un odore quasi insopportabile per la muffa e gli escrementi di qualsiasi tipo di volatile e roditore della zona. Nelle due salette adiacenti a quella in cui ci troviamo campeggiano una scrivania con mappa del territorio e un vecchio divano. Nulla di interessante. Torniamo al piano inferiore.

Ci troviamo adesso al di là delle saracinesche arrugginite. In un attimo ecco il “sottosopra” e noi diventiamo subito i protagonisti di Stranger Things. Tutto appare diverso ora. Siamo catapultati tutti quanti nel passato di almeno vent’anni (qualcuno di noi, senza fare nomi, anche di più). Chi non è mai entrato da bambino in un piccolo cinema di paese con il bancone della biglietteria in legno e l’insegna dei gelati Algida in vendita?

Dopo questo piccolo salto nel passato ci addentriamo finalmente nella sala buia e oscura all’interno della quale si assisteva alla proiezione delle pellicole. I sedili in legno riportano ad un vintage che non tornerà più. Scomodi sì, è vero, ma decisamente troppo belli da fotografare. Alcuni di essi sono divelti o rotti in più punti.

Un corridoio centrale separa i due gruppi di sedute ed termina nel piano rialzato su cui vi è ancora traccia del telo per le proiezioni dei film. Ciò che ne rimane ora è un buco enorme che ci consente di attraversare quella che in teatro è detta la “quarta parete”. Al di sotto dello schermo troviamo solo mobili di legno accatastati ed ancora molta muffa. Inutile dire che il pezzo forte di questo posto rimane la sala con tutti i seggiolini rivolti ad un intrattenimento che oramai non c’è più.

La sala è in stato di abbandono da più di vent’anni e, tristemente, leggiamo sul web il commento di un ex abitante del luogo che rivela di aver visto negli anni ’70 in quel cinema alcuni dei capolavori più belli del cinema italiano e straniero.

Uscendo dal vecchio cinema veniamo sorpresi da due ragazzini che ci osservano.

“Ma siete entrati lì dentro?”

“Si, ma voi non lo fate ché è pericoloso.”

“Ma lo sapete che ci sono i fantasmi?”

“Noi non li abbiamo visti.”

“Perfetto! Allora ci dite come entrare?”

Piccoli esploratori crescono. Torniamo sulla via del ritorno con la sensazione di aver trovato davvero un piccolo gioiello. Uno di quei posti, insomma, che di sicuro ha regalato emozioni. Forse un Woody Allen qualsiasi ha fatto veramente il giro della sala come nel suo celebre “La rosa purpurea del Cairo”. Magari i fantasmi di cui parlavano i ragazzini non sono altro che i personaggi dei film che si sono insediati in quella vecchia sala.

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