“Tanto un giorno te ne andrai, come hanno fatto tutti.
Tutti hanno detto che sarebbero restati.
Invece se ne sono andati.
Tutti hanno detto che ero importante.
E poi si sono dimenticati di me, di ogni cosa.
Un giorno succederà, te ne andrai e ti dimenticherai di me.”
La bruma alle prime luci dell’alba di dicembre accarezza i tronchi degli alberi spogli. Il viale fangoso attraversa la foresta silenziosa. Nel nulla svetta l’austera facciata bianca ricoperta di rampicanti rinsecchiti.
La grande porta-finestra centrale è socchiusa. Entro nel grande salone d’ingresso. Bellissimo, come pochi altri saloni abbandonati che ho visitato. È tutto così semplice, silenzioso, sovrannaturale…non mi sento a mio agio…esclamo anche un timido ” bonjour ” più per tranquillizzarmi che per effettivamente verificare la presenza di qualcuno. Nessuna risposta, solo i miei passi sul pavimento di marmo in questa hall dal soffitto molto alto che fa da cassa di risonanza. I balconcini si affacciano dal primo piano verso il basso, con un portamento nobile e fiero.
Al pian terreno vengo accolto da un imponente salone che si affaccia sul parco retrostante. E’ tutto circondato da foresta. Forse era adibito a salone per le feste e i ricevimenti, con le sue alte colonne corinzie e un bel parquet a lisca di pesce. Qui, come tutto il resto del castello, è quasi tutto vuoto, privo di mobili, ad eccezione di un pianoforte a coda Erard, che in quel salone così grigio e imponente sembra quasi perdersi. Un camino al centro della sala è sovrastato da un grande dipinto su tela di bellissima fattura, raffigurante una nobile donna di una terza età con un bel vestito.
Sulla tela una scritta (Catharina Comit=sa Bielinska Baron=sa Besenval. Am.° MDCCXXXIV). Porebbe nascondersi proprio in quel ritratto la storia di questa dimora che, ahimé, non sono riuscito a scoprire.
Le altre stanze del castello, con i loro camini, sono anch’esse prive di arredi e caratterizzate da colori scuri e sbiaditi. Un vero peccato: i luoghi abbandonati arredati sono sempre più affascinanti.
Lascio questo luogo dimenticato e silenzioso mentre la nebbia si dissolve al sorgere del sole.
Nemmeno io sono restato…ma forse a differenza di tanti, non mi son mai dimenticato di questo misterioso castello abbandonato custodito dalla foresta.
Per vedere altri castelli abbandonati, fai click qui.

Classe ’87 e svizzero, Jonathan è uno tra i più famosi autori nel campo “Urbex” e tra i più attivi nel progetto Ascosi Lasciti.
Attratto dalla storia, dalla bellezza estetica, dall’architettura, ha visitato edifici abbandonati in tutta europa.