Umbria. Quest’anno ho dedicato ferragosto all’esplorazione di edifici abbandonati, piuttosto che al mare o alla montagna, e sono andato a fotografare una villa molto particolare, appartenuta ad un ex mafioso poi confiscata ed infine abbandonata.
Mi incontro presso una stazione fantasma, sita a pochi chilometri dalla villa, con un amico che abita proprio in queste zone e che, mentre ci dirigiamo verso la dimora misteriosa, mi racconta la storia del posto.
L’ex proprietario parrebbe esser stato un imprenditore finito sotto processo insieme a numerosi alti dirigenti, funzionari pubblici e persino un maresciallo e un generale della guardia di finanza, con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione, falso e turbativa d’asta.
Le sue “bravate” gli costarono le manette e in seguito i domiciliari…che durarono ben poco.
L’ex imprenditore infatti si suicidò gettandosi dall’attico della sua villa. Il gesto estremo fu dovuto agli evidenti problemi con la legge ma anche ad un male incurabile che lo stava pian piano consumando.
Me vediamo più nello specifico: perché fu condannato?
L’imprenditore e i suoi “colleghi” avrebbero pagato mazzette in cambio dell’aggiustamento di alcune gare di appalti pubblici: esisteva,in pratica, un «comitato d’affari» che pilotava e decideva chi doveva aggiudicarsi gli appalti e chi invece no e che gestiva l’assegnazione dei lavori pubblici gestiti dalla Provincia, indicando di volta in volta le imprese da invitare alla gara che ricevevano precise indicazioni sulle offerte da formulare. Gli imprenditori, inoltre, corrompevano i finanzieri con capi di abbigliamento fatti a mano, generi alimentari, elettrodomestici, forniture di carne pregiata, vino e olio. Insomma, pranzi, cene di qualità e pieni di benzina. Tutto per non avere problemi o per eludere, del tutto o in parte, i controlli dell’Agenzia delle entrate.
E’ il momento di esplorare ciò che rimane della villa. Giunto nella proprietà che sorge su un terreno con ulivi secolari, una volta entrato, non tardo a notare le manie di grandezza del proprietario: pietra a vista, colonne, pavimenti in marmo pregiato e in parquet, una sala benessere con sauna, una sala cinema, una sala relax, piscina con fondale a mosaico, saloni con ampie vetrate colorate. Le stanze si presentano quasi del tutto spoglie di arredi e con evidenti segni di vandalismi e furti.
Ciò che mi ha lasciato interdetto di questo luogo è un cartello posto vicino al cancello principale: esso riporta il nome di un presunto hotel di lusso. In una stanza, inoltre, ho trovato pile e pile di brochure con foto degli esterni e degli interni della struttura,di un ristorante, delle camere da letto e della piscina. Nell’ultima pagina sono riportati: sito internet, mail e numeri di telefono. Nessun vecchio giornale o vicino di casa mi ha saputo dare una spiegazione. Ma che sia stato utilizzato, per un breve periodo dopo la confisca, come struttura ricettiva aperta al pubblico?

Da sempre affascinato dai luoghi abbandonati, iscritto all’Aternum Fotoamatori Abruzzesi e socio FIAF, Christian ha organizzato varie mostre a Pescara, presso il museo Archeologico Savini a Teramo, al museo Ex Aurum a Pescara, all’aeroporto di Pescara e allo Stripe and Architectural Festival a Fermo.