“Le pillole in fila sull’orlo della tazza meditano il suicidio. Forse è ora di tornare alla vita, di regalare qualcosa a te stessa : non esiste contessa triste che non sia ancora capace d’amore; indossa il vestito migliore ma tieni le scarpe basse, la tua classe non ha bisogno di trucchi : ballerai sopra tutti come farfalla dorata, fragile e preziosa, di nobiltà bardata.”
Villa “della torre”, Caccia-Piatti, Prina, Balabio, Casanova di Vercelli, Frova, Poniatowski, Franzosini, Barbò, Poss.
Furono tutti i nomi di questa fantastica villa che passò rapidamente da un proprietario all’altro. Fra le dimore e i giardini che si estendono lungo la sponda sinistra del Lago Maggiore, in Verbania, troviamo un giardino che sicuramente fu il più attraente e quello con più storia. Duecento anni di vita ha questo parco. Protesse l’intimità della dimora che racchiude.
Tra le dimore che, a partire del 18° secolo, iniziarono ad ornare le sponde del lago, Villa Poss, sia per il sontuoso Palazzo che per i magnifici giardini all’inglese, era la più prestigiosa, “la regina delle ville del lago”.
L’architettura dell’edificio richiama quelle dei castelli con la sua torre belvedere, al centro.
La Villa e la Portineria godono un panorama ineguagliabile a 270° con un fronte lago di 700 metri. Il parco di 60000 mq racchiude inoltre le scuderie, le serre, il gazebo e cascate e fontane.
Del palazzo resta ben poco: un’ala ha ceduto ed è crollata, come la torre, entrambe devastando parte del tetto.
Gli interni sono spogli, gli stucchi e gli affreschi sono andati persi, i preziosi camini di marmo sono stati depredati, le ricche tappezzerie scolorite si sono staccate dalle pareti. Restano le imponenti porte decorate con specchi e bei motivi barocchi come pochi testimoniano della bellezza che fu.
Le scale, nonostante siano pericolanti, hanno conservato un fascino incredibile fra i ferri battuti dei corrimani e i pregiati marmi intarsiati nei muri.
Villa Poss venne costruita nel 1812 sulle rovine di un antico fortilizio. Dotata di una visione panoramica sul lago delle più suggestive della regione, assunse le forme attuali con gli interventi operati a cavallo tra il 1860 e il decennio successivo, con gli architetti Pietro Bottoni e Francesco Galli.
Come già accennato, di notevole importanza godevano anche i giardini, la cui attuale estensione, quasi sei ettari di superficie, fu aggiunta nel 1889, quando il proprietario era Adalberto Barbò di Soresina.
Il meraviglioso parco si componeva di serre, grotte, vallette, ponticelli, gazebo, scuderie e numerosi esemplari arborei e arbustivi.
Su un terreno acquistato alla fine del Settecento dal marchese Luigi Caccia – Piatti di Novara, la “regina del lago” venne costruita in varie fasi nel corso dell’Ottocento, mantenendo sempre la caratteristica torre in stile medievale che la valse dall’appellativo di “Villa della Torre”.
Dopo questo Conte la villa attorno al 1810 passò a Giuseppe Prina , ministero della Finanza del Regno Italico. Prina inaugurò la fase restaurativa e di ricostruzione della villa, con il parco, affidando il nuovo grande progetto all’architetto Pietro Pestagalli di Milano.
Tutto rimase incompleto : Prina fu trucidato dalla folla inferocita, nel 1814 a Milano, dopo che gli saccheggiarono la casa, lo denudarono e lo gettarono dalla finestra, per poi essere “lapidato” a suon di ombrellate.
La proprietà passò alla famiglia Balabio che ne ultimò i lavori, poi passò al Conte Casanova di Vercelli, nipote del Vescovo di Novara e poi a Giuseppe Frova, industriale cotoniero di Milano e fervente patriota.
Nel 1856 la proprietà passò al Principe Giuseppe Poniatowski, imparentato con il Re di Polonia e famoso patrizio di Firenze, con il titolo di Principe di Monterotondo.
Due anni dopo la villa venne dotata di acqua potabile e il giardino fu abbellito proprio grazie a monumentali fontane “a getto”. Nel 1861 si distrusse definitivamente la vecchia villa per ricostruire l’attuale, su disegno dell’architetto Carlo Vira di Magadino. Le radicali riforme, in affermata epoca Eclettica, non poterono però fare a meno della veste “medievaleggiante“, ormai suo unico tratto distintivo. Fu modificata la pianta irregolare in una quadrata, sempre con torretta centrale, sul fronte lago.
Il blocco compatto fu rivestito da pietra scagliola. A questa fanno contrasto i materiali impiegati per gli elementi decorativi, in candido marmo bianco e granito. La balconata che circonda la torretta su tutti e quattro i lati è cintata da merlature. Ancora lungo la torretta si aprono alcuni oculi, suddivisi in spicchi, che illuminano la torre; una colonnina divide la finestra del primo piano in bifore coronate da lunette.
Nel 1867 il Principe Polacco fu espropriato forzatamente per i debiti accumulati. La dimora fu acquistata da Carlo Franzosini, attivo commerciante di Intragna, titolare dell’omonime vetrerie e sindaco della città a più riprese tra il 1860 e il 1882. Venne costruita la scuderia verso la strada riprendendo i motivi del corpo centrale della villa. Il mantenimento di tale patrimonio richiedeva investimenti continui; unitamente al tenore di vita condotto dalla moglie, la Contessa Delfina Spitalieri, costrinsero Carlo Franzosini a cedere la proprietà per sole trecentomila lire al conte Adalberto Barbò di Milano. Per opera del nuovo proprietario fu prolungato il parco verso Intragna.
Da qui, iniziò il lungo periodo di proprietà della famiglia Poss, da cui deriva il nome principale della villa.
Dopo l’industriale tessile trentino Giorgio, la villa andò nel 1923 al figlio Alessandro Poss, Conte di Verbania.
Nel 1956 alla morte del Conte passò ai figli che non ebbero cura e amore per questa eredità. Litigi familiari e mancanza di accordi sulla manutenzione dello stabile hanno portato alla totale incuria della “regina del lago”,detronizzata per negligenza.
Attualmente la proprietà è in vendita, anche se dimenticata da tutti. Non fatela morire, perché con lei moriranno anche le sue storie!
Villa Poss non è certamente l’unico edificio abbandonato che abbiamo trovato, dai un’occhiata qui.

Classe ’87 e svizzero, Jonathan è uno tra i più famosi autori nel campo “Urbex” e tra i più attivi nel progetto Ascosi Lasciti.
Attratto dalla storia, dalla bellezza estetica, dall’architettura, ha visitato edifici abbandonati in tutta europa.