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Chiatura (ჭიათურა) è un comune georgiano che si trova in una stretta valle di montagna, sulle rive del fiume Qvirila.
Nel 1879 vennero scoperti ampi depositi di manganese in quella valle e lo stato avviò la società JSC Chiaturmanganese per gestirne lo sfruttamento. Già nel 1905 era sorta una piccola città funzionale all’estrazione del metallo e un collegamento ferroviario per trasportare i minerali all’impianto di ferroleghe di Zestaponi, tutt’oggi attivo, anche se talmente mal tenuto che passandoci accanto si potrebbe scambiare per un industria in disuso.

Negli anni la produzione di manganese è salita fino a raggiungere il 60% della produzione totale mondiale, così come il numero di minatori impegnati, che si stima siamo arrivati a più di 4000.
Gli impiegati lavoravano 18 ore al giorno dormendo nelle miniere, sempre coperti di fuliggine, senza neanche un bagno.
Il problema era anche da imputare alle difficoltà logistiche degli spostamenti, poiché le miniere erano dislocate lungo la valle, con gli accessi sui ripidi e scoscesi pendii.

Sorsero quindi i primi movimenti operai, guidati da un giovane Stalin, qui ribattezzato col nome di battaglia di “Koba”, che proprio a Chiatura lasciò il segno conquistandola con la sua oratoria alla causa dei Bolscevichi, unica città in un’area menscevica.
Nel giugno-luglio 1913 i minatori scioperarono 55 giorni, chiedendo una giornata di 8 ore, salari più alti e niente più lavoro notturno. Le condizioni di lavoro migliorarono ma i problemi di spostamento furono risolti solo alcuni anni dopo quando, dopo l’annessione della Georgia alla Russia, gli ingegneri russi decisero che la soluzione migliore per il trasporto era quella aerea.

Fu quindi costruita una rete di funivie in modo che quasi ogni angolo della città mineraria fosse accessibile. Il sistema trasportava i lavoratori dalle loro case nella parte inferiore della valle alle miniere che punteggiavano le montagne. Il sistema era anche usato per trasportare il manganese nelle varie fabbriche della zona. Quali siano stati i meriti del sergente maggiore “Koba” nel progetto resta tutto da verificare, ma il sistema di funivie era l’epoca una delle opere ingegneristiche più affascinanti del pianeta.
Furono costruite ben 21 coppie di cabine che si inerpicavano per un’estensione complessiva di oltre 6mila metri. Di queste 15 sono rimaste in servizio pressoché identiche rispetto a 50 anni fino all’inizio del 2019 quando sono state fermate con la promessa di costruirne nuove e più moderne.

La promessa non è stata tuttavia mantenuta e ad oggi i minatori di Chiatura, divenuta la “città fantasma delle funivie abbandonate”, si ritrovano senza il loro prezioso mezzo di trasporto con la conseguenza di riaffidarsi a vecchi e lenti piccoli pulmini che si inerpicano per tortuose stradine di montagna.
Delle 15 funivie fermate alcune sono state smantellate, di altre rimane solo la stazione di partenza e arrivo, mentre alcune riposano integre e lasciate senza manutenzione a pochi metri dalla loro stazione, probabilmente per evitare di essere rubate, in attesa di una ripartenza che non avverrà più.

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