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studio dentistico abbandonato - sorriso sardonico - villa del dentista Sardo - Sardegna urbex - villa abbandonata

Era una sera come tante altre. In televisione nulla di interessante. Scrollai su e giù la homepage di Instagram a caccia di qualcosa di nuovo, fino a quando fui colpito dalle una foto di un ragazzo. Era stupenda. Immediatamente le mie labbra si deformarono in una smorfia mista tra la soddisfazione e il senso di sfida. Un sorriso teso, quasi sardonico.
Seguo da mesi questo ragazzo: si sta dando da fare per documentare bene il patrimonio immobiliare abbandonato in Sardegna. Decisi in quell’instante la mia prossima meta per le ferie.
Una foto dell’esterno dell’edificio e un tag della città di appartenenza mi aiutarono nella ricerca su Google.

Arrivate le così tanto attese vacanze, chiamai “Tano”, amico di infanzia e compagno di esplorazioni urbane, e facemmo il punto della situazione per organizzare la giornata.
Partimmo. Una strada infinita ci portò a destinazione, entrammo nel giardino dell’abitazione fatiscente senza troppa fatica, da uno dei cancelli stranamente lasciato aperto.

Ed eccoci qui: entriamo.
La villa è su due piani, forse ha anche un piano interrato ma non riusciamo a individuarne l’ingresso tra tutti i rovi e le sterpaglie cresciuti in questi anni. L’abbandono intorno ad essa è netto. Saliamo le ripide scale fino a trovare l’entrata principale. Ci ritroviamo in quella che un tempo era il un salotto e la sala d’ attesa. Si, avete letto bene, una sala d’ attesa.

Vi rivelo una cosa: quello che ancora non vi ho detto è che la foto che mi colpì quella sera su instagram raffigurava un fantastico studio dentistico abbandonato. Il mio sorriso sardonico non era proprio “fuori luogo”: era già un indizio per voi.
Troviamo subito la stanza in questione: il riunito con tutti gli attrezzi del mestiere. Tutto un po’ arrugginito ma in buone condizioni.  Gli scaffali traboccano di medicinali vari e altri strumenti da lavoro. Mascherine, occhiali protettivi, camici verdi usa-e-getta, tamponi. Le precauzioni non sono mai troppe: si sa, il dentista è uno dei lavori più potenzialmente rischiosi da un punto di vista epidemiologico. Sulla dello Studio abbandonato scrivania un vecchio preziario. Pensate: un’estrazione dentale” della saggezza” costava 3500 lire.

Le date delle riviste più recenti e dei documenti fanno presumere che lo Studio sia abbandonato dagli anni ‘sessanta.
La cosa più suggestiva che abbiamo immortalato sono le vecchie illustrazioni appese alla parete. Riportavano immagini terrificanti della bocca di un paziente. Non so quanto potesse rincuorare gli ospiti in attesa.

Al secondo piano, una camera da letto ancora arredata, nei cassetti sono sparsi documenti e giornali, fatture con alcuni nomi. Li annotiamo per fare ulteriori ricerche, a casa nostra: parrebbe che la villa sia appartenuta a più famiglie in diversi anni.

Continuiamo l’esplorazione. Nello stesso piano rinveniamo due salotti. Purtroppo una finestra lasciata aperta ha trasformato la stanza in una vera e propria piccionaia, piena di guano. Nelle librerie, riposti con cura, troviamo collezioni di National Geographic, sempre datati anni ‘sessanta. Poi vari libri scientifici.

Il tempo di scattare altre foto e usciamo sulla strada principale, per iniziare la consueta intervista agli anziani locali. Ma appena messo piede fuori dalla proprietà, un vecchietto spunta all’improvviso da dietro l’angolo, facendoci sussultare. Lo salutiamo, un po’ per rompere l’imbarazzo, un po’ per imbastire un dialogo, ma ci ignora andando a frugare in un vicino secchio della spazzatura, con un sorriso strano sulla faccia, quasi sardonico.
Beffarda e inquietante situazione.

Da ricerche postume, grazie ai nomi annotati, scopro che una piccola parte della storia di questa villa sia legata a personaggi noti. Costruita molto probabilmente da un famoso onorevole, di cui non posso fare nome, passò di proprietà a un altro ricco imprenditore della zona sequestrato e scomparso da circa venticinque anni. Anche il destino di quest’ultimo potremmo definirlo sardonico.
Molte però restano le incongruenze tra gli indizi trovati.

 

Grazie per aver spinto la tua curiosità fino a qui. E’ proprio la stessa curiosità che ci spinge ad esplorare luoghi abbandonati e pericolosi per raccontarteli.
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