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È veramente suggestivo passeggiare tra le stradine dei borghi medievali emiliani, soprattutto quando sovrastate da un importante castello di pietra dalle mure merlate. A volte visitare luoghi abbandonati ci porta anche alla scoperta di paesi e monumenti che non avremmo mai conosciuto.

E così il nostro indirizzo ci porta davanti al portone di un modesto palazzetto fatiscente. Su una targa metallica è ancora inciso il nome del Dottore, o meglio del dentista, che viveva in questa abitazione, dove esercitava anche la sua professione.

Entriamo dalla porta a vetri spalancata dell’ambulatorio abbandonato. Subito balza all’occhio un cartello: “Gli onorari per le visite, mediazioni e operazioni si corrispondono volta per volta. L’onorario per i lavori di protesi verrà versato per metà all’inizio della cura e per metà all’applicazione del lavoro.”

Entrando nell’ambulatorio abbandonato ci troviamo in due stanze comunicanti. In un vano giace il lettino per le visite, circondato da scaffalature così alte e capienti che raggiungono il soffitto; un tempo dovevano essere ricolme di tomi e libri. Di loro oggi resta ben poco. Qualche volume marcito e pagine ingiallite e strappate.
Una stufa collocata in un vecchio camino era l’unica fonte di riscaldamento di tutto il complesso e portava calore alla stanza adiacente, arredata con alcune vetrinette, una scrivania, la sedia del dentista e tutti i “ferri” da lavoro. Trattasi di quella che era un tempo la sala operatoria.

Tramite un’altra porta si giunge all’appartamento privato del dentista che, viste le dimensioni, condivideva comodamente con la famiglia. Foto-ricordo esposte sui comodini e sparse sul pavimento ritraggono i volti dei parenti del dottore.

Cambiando stanza, ci accoglie un bell’atrio dalle tonalità azzurre, con una pendola e, ai piedi di una scala, la statua di un leone. Sulla sinistra, uno degli ambienti più suggestivi della dimora: il soggiorno dai colori sgargianti, con un camino e un bel tavolo al centro. Fanno capolino altre librerie vuote e, in un angolo, un pianoforte ben conservato.

Al piano superiore si aprono numerose stanze da letto, ancora arredate secondo i gusti dell’epoca. Qua e là ancora sparse foto e ricordi della famiglia scomparsa.
Eppure, lungo le contrade del borgo, c’è chi si ricorda del dentista e, ancora oggi, passando di lì indica l’insegna con il dragone di metallo, posta sopra la porta dell’ambulatorio.
Restano ignoti i motivi di abbandono della struttura.

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