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Chi non vorrebbe vivere in una villa con pregevoli affreschi, da dove si può ammirare l’alba, vista mare, e alle spalle il tramonto che scende dietro le montagne? Un panorama nel panorama.

Storica dimora. L’enorme villa in questione venne costruita alla metà del 1800 da una ricca famiglia locale.
Durante quel periodo fiorente nulla fu lasciato al caso. Più di diecimila metri di parco circondavano la magione. Tra alberi imponenti, palme e aiuole curate si arrivava ad un piccola fontana posizionata sulla facciata retrostante la villa.

La realtà supera le intenzioni. Secondo fonti locali, inizialmente il disegno del progetto pareva assai difficoltoso ma ragionevolmente eseguibile, ma con l’avanzare dei lavori, iniziarono a preoccupare le effettive dimensioni del podere.
Per una costruzione di tale portata e valore, non a caso, venne incaricato un architetto proveniente dalla culla del Rinascimento, Firenze.
Peccato, un tale spreco dopo tutta questa fatica economica e di lavoro: oggi è tutto lasciato all’incuria.

Dopo questa piccola premessa iniziamo l’esplorazione all’interno della villa. Come in ogni posto abbandonato che visitiamo, la prima cosa che ci accoglie è il silenzio. Un silenzio assordante che si espande per il lungo corridoio vuoto. All’interno è tutto buio, così iniziamo a tirar fuori la nostra attrezzatura fotografica e la torcia. Illuminando le grandi sale, restiamo senza parole: ampi vani e affreschi lasciati chiusi nell’oscurità, come a riposare.

Una scalinata mozzafiato. I muri finemente dipinti sono ancora ben conservati, come pure il passamano rosso di velluto è intatto. Rimaniamo fermi e in silenzio per qualche minuto ad ammirare così tanta regalità. Poi proseguiamo al secondo piano.
Salendo, la parte superiore della casa è molto simile. Ma ciò che distingue ogni stanza sono sempre gli affreschi. Unici nel loro genere e ben conservati.

Non è rimasto quasi nella al suo interno, se non un vecchio armadio pieno di libri e giornali.
Finita la nostra esplorazione decidiamo di scendere nei piani inferiori usando la seconda scala, probabilmente di servizio, spoglia e con primi segni di infiltrazioni.

Troviamo così una cantina e un rustico con enormi botti. Quello che cattura la nostra attenzione non sono più gli affreschi, ovviamente assenti qui, bensì due targhe al muro con su scritto “fornello per mina esercito tedesco 1944 ” a testimonianza dei numerosi utilizzi di questa sfarzosa villa nel corso del tempo.
Dopo essere stata dimora privata, fu ri-adibita ad impieghi sociali, prima del totale abbandono, previo recupero di quasi tutti gli arredi.

Grazie per aver spinto la tua curiosità fino a qui. Guarda anche gli affreschi più belli che abbiamo riscoperto in luoghi abbandonati.
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