Gli spazi abitati si trasformano, si sa, nel tempo, per venire riadattati a nuove funzioni, e così cambiano forma. Eppure, risulta difficile credere che questo edificio dall’aspetto paradisiaco, sorto come luogo d’intrattenimento e divertimento, prima di venire dismesso abbia ospitato una scuola superiore.
Partenza programmata intorno alle ore 5:30. Certo, i postumi del lockdown non aiutano le alzatacce, ma la meta da raggiungere fa passare ogni pigrizia. La salita in macchina è accompagnata da un cielo totalmente blu pronto a lanciare lacrime di pioggia e da stormi di gabbiani urlanti che sovrastano il centro di Roma.
So già cosa risponderebbe la maggior parte delle persone alla seguente domanda, ma la pongo comunque: “Meglio una bella giornata di sole o una giornata tetra, uggiosa e piena di nuvole cariche di pioggia?”. Ebbene, quella minoranza costituita dagli esploratori urbani avrebbe ben pochi dubbi: pioggia e nuvole come se non ci fosse un domani! E quando una giornata così ti capita giusto all’inizio della stagione estiva… puoi ritenerti un Indiana Jones molto fortunato!
Durante i parecchi chilometri che ci distanziano dalla meta, il sole inizia a sorgere, e con il sole sale anche l’adrenalina. Non sappiamo se riusciremo ad entrare e non sappiamo cosa e chi potremmo trovare all’interno di questa meraviglia. Un giro a vuoto? Forse. E il maltempo neppure consentirebbe cambi radicali di programma verso gite fuori porta. Insomma, partenza in stile Max Pezzali: “Nessun rimpianto, nessun rimorso”. Se non altro, perché l’edificio che stiamo andando ad esplorare meriterebbe ore e ore di viaggio anche solamente per essere ammirato da fuori. Non mi dilungherò sull’esterno e non troverete qui fotografie relative alla facciata di questa costruzione. Vi basti sapere che si tratta di un gioiello in stile liberty coronato di statue e finestre grandi come il mare.
Varcato l’ingresso, è subito “La grande bellezza” mista a “Titanic” mista a “Romeo e Giulietta”. Un gigantesco, bianco salone da ballo dona gioia ai miei occhi, lanciandomi addosso la meraviglia di lampadari luccicanti e balconi interni affacciati a lucernari mastodontici, ai quali ancora sono appese tende di un azzurro mare che fanno sognare la mente. Troppi particolari? Decisamente sì! Qualche graffito campeggia sulle pareti, così come sedie rovesciate travolgono il centro di questo spazio, senza dimenticare la miriade di vetri frantumati sul pavimento. La luce fioca di un’alba piovosa penetra piano piano dalle finestre e conferisce a questo luogo un’atmosfera degna di un film. Ed è sempre più difficile immaginare che, alla fine della sua storia, questo luogo magico sia stato una scuola superiore: beati ragazzi!
A rapire il mio sguardo sono due rampe di scale che salgono ai piani superiori, dotate di corrimano in ferro battuto, ovviamente arrugginito dallo scorrere del tempo.
Piano di sopra: “La grande bellezza” capitolo due. Una sala ragniforme (ammesso che questo termine esista) si presenta nel suo totale splendore con colonne bianche e azzurre, porte sovrastate da conchiglie di marmo e un rosone fiorato posto al centro del soffitto. Devo aggiungere altro? Direi di no. Cavalletto posizionato per dare luminosità allo scatto e via. Il nostro insetto enorme prende vita… meraviglia. E ve lo dice un insettofobico (ammesso che questo termine esista).
Pensate sia finita qui? Assolutamente no! Ve l’ho detto che si tratta di un film! Si sale ancora di un piano e… meraviglia delle meraviglie: un’aula magna attende solamente che il mio umile sguardo si poggi su quei banchi di legno scrostati e su quella lavagna usurata. Potrebbe andare ancor meglio di così? Certo, basterebbe alzare lo sguardo ed ammirare il soffitto affrescato che troneggia su quest’aula. Angeli e figure celestiali danzano nell’immenso e poetico blu che li circonda. Siamo all’ultimo piano, quello più alto. Quello che tocca il cielo. Un caso?
Si sale ancora. Terrazza con vista mozzafiato. Le cupole decadenti che sovrastano questo edificio viste da vicino sono ancora più belle. La pioggia non si ferma e tutto ciò che ci circonda è amabilmente saturo di blu. Si rientra al coperto e mi metto (come di consueto) ad ammirare queste splendide scale arrugginite affacciandomi dall’alto. La prospettiva è unica e la luce che filtra dai lucernari conferisce a queste discese un’aura quasi sacra. E direi che tutto torna.
L’esplorazione continua. In un bagno troviamo uno strano aggeggio anti-zombie, che probabilmente viene usato di notte per uccidere qualcuno o, chissà, per intimorire qualche bullo di questa ex scuola superiore. Una sorta di arnese rudimentale costruito con mezzi di fortuna, in stile videogioco di sopravvivenza. O almeno questo è quello che ci piace immaginare per ricavarne un po’ di suspense. Troviamo anche i sotterranei, ma sono totalmente inaccessibili. Davvero un peccato, ma non ci possiamo certo lamentare.
La pioggia si placa per qualche minuto. Ne approfitto per ammirare più da vicino la facciata di questo gioiello, chiedendomi come sia possibile che un’opera talmente raffinata possa aver fatto questa fine. Un paradiso per gli esploratori ma un danno per l’umanità, mi verrebbe da dire.
Si ritorna verso casa con la mente che lascia spazio a tutte le metafore del caso: le foto, le scale, il celeste, i riccioli biondi. Già questi quattro elementi fanno di questa esplorazione un’avventura unica nel suo genere, lo devo ammettere.
Mi viene in mente questa citazione di William Carlos Williams: “I poeti sono dannati ma non son ciechi, vedono gli occhi degli angeli”. Io non mi sento un angelo… però devo dire che quell’affresco che accarezzava il cielo mi ha un po’ avvicinato alla poesia. E se questi scatti hanno suscitato in voi almeno un briciolo di emozione che ho provato io, posso dirmi effettivamente… al settimo cielo.
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
Noi di Ascosi Lasciti, con l’esplorazione urbana, ci spingiamo in luoghi talvolta pericolosi, per poterli raccontare. Come sempre, raccomandiamo di NON VISITARLI, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage.
Se questa scuola superiore abbandonata ha ‘aperto lo stomaco’ della vostra curiosità e alimentato la voglia di esplorare virtualmente insieme a noi altri edifici abbandonati, ecco una ricca lista per categoria. Altrimenti cliccando qui si può esplorare virtualmente l’intera regione Lazio.
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Commediografo, teatrante, comico ed esploratore urbano. Come si conciliano queste personalità? Fa parte del carattere di Matteo. Autoironico ma determinato.
Amministratore del profilo Instagram di Ascosi Lasciti e autore di articoli, principalmente nel Lazio.