Dino era diverso, e i diversi si sa, sono angeli che nessuno vorrebbe vedere. Aveva una gobba che gli deformava la spalla destra e gli sconvolgeva l’incedere. I piedi sbattevano al suolo come le zampe di un fauno. Era basso e tozzo, nato storpio e allontanato da tutti. I ricci e folti capelli, di un biondo aureo di rara bellezza, su quel volto tumefatto diventavano un’offesa, che contribuiva allo sfacelo generale di un corpo devastato. Le lunghe braccia, e le mani grasse finivano col conferire all’intera figura quel tanto di scimmiesco ch’era, la firma in calce ad una condanna. Ad incontrarlo tra le ombre della sera evocava immagini inquietanti degne di un Vij di Gogol.
Come può dunque una masseria, di sua proprietà, oggi, nascondere un aereo abbandonato? Tra poco lo scopriremo…
Nonostante le sciagure e le menomazioni fisiche, Dino aveva in mezzo alla fronte due meravigliosi occhi di un azzurro intenso, come gli angeli.
Fissare i suoi occhi era come immergersi nel blu del cielo. Essi evocavano l’antico mistero del volo ed un irrefrenabile bisogno di libertà. I pochi che aveva avuto voglia o anche semplice curiosità di incontrare quell’azzurro erano inevitabilmente caduti nel fascino di un ossimoro. Ma erano subito fuggiti appresso agli altri lasciando Dino nell’indifferenza di una solitudine senza speranza. E da quella solitudine Dino si difendeva costruendo muri di carta, affastellando tomi e tomi di letteratura nella sua stanza al centro della grande masseria sulla murgia dove il padre e molti dei suoi avi avevano costruito la fortuna dell’intero casato.
Il ragazzo aveva un’intelligenza superiore alla media, come naturale che fosse nell’inclemenza delle crude leggi della compensazione. Il corpo storpiato del ragazzo custodiva conoscenze, saperi ed una naturale predisposizione allo svelamento dei segreti della natura. La meccanica non aveva misteri al pari della poesia. Le leggi della fisica gli erano familiari quanto quelle della chimica.
Passava ore rintanato nel suo mondo con l’unico anelito di impossessarsi della conoscenza, alla ricerca di un riscatto che non arrivava mai. Il volo degli uccelli era l’unico svago e da quel sollazzo derivò l’idea. Allestì il laboratorio in men che non si dica. Ripulì ed attrezzò la stalla che gli concessero all’interno della grande masseria. C’era tutto il necessario ed in poco tempo diede vita al suo progetto. Aveva trovato, tempo addietro, tra le pile di libri accatastati, un libercolo che parlava di un piccolo principe innamorato del volo degli angeli. Se n’era talmente invaghito che lesse e rilesse il breve testo quasi a volerlo mandar giù a memoria.
Doveva volare, come gli angeli. Doveva cambiare la sua prospettiva. Doveva liberarsi del peso di un corpo malato. Ma soprattutto voleva partire. Andare per terre lontane, passeggiare tra le nuvole, far l’amore con la luna, giocare a dardi con il sole. Doveva costruirsi un areoplano, perché prima di aver abbandonato ogni speranza, doveva riscattarsi.
Quando sono entrato nel grande casolare abbandonato, ho avuto subito la sensazione di essere approdato all’interno di una storia struggente di malinconia e amore incorrisposto. La carlinga dell’aereo era ancora là, poggiata su staffe di metallo sulla grande parete grondante di muffe e ragnatele. A terra ali che non avevano mai preso il volo. Dino era stato trovato morto, bastonato a morte. Qualcuno aveva interrotto il sogno di Dino. Nessuno fece giustizia di quel sacrilegio perché tale è l’uccidere un sogno ancor prima del sognatore. La famiglia distrutta abbandonò la masseria, così, come fosse congelata in un tempo assente. E così la trovai in un grigio mattino di nebbia e latrati.
Foto e testo : Antonio Nitti
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
Noi di Ascosi Lasciti, con l’esplorazione urbana, ci spingiamo in luoghi talvolta pericolosi, per poterli raccontare. Come sempre, raccomandiamo di NON VISITARLI, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage.
Se la storia di Dino, la sua masseria e il suo aereo abbandonato, hanno ‘aperto lo stomaco’ della vostra curiosità e alimentato la voglia di esplorare virtualmente insieme a noi altri luoghi abbandonati simili, ecco una ricca lista per categoria. Altrimenti cliccando qui si può esplorare virtualmente l’intera regione.
Per un aggiornamento quotidiano sulle nostre attività, basta seguirci sulla nostra pagina Facebook oppure sbirciare tutte le nostre foto migliori su Instagram.
