E uccelli, uccelli, uccelli,
col ciuffo, con la cresta, col collare:
uccelli usi alla macchia, usi alla valle:
scesi, dal monte, reduci dal mare:
con l’ali azzurre, rosse, verdi, gialle:
di neve, fuoco, terra, aria le piume:
con dentro il becco pippoli e farfalle.
(Giovanni Pascoli)
Isolato fra le campagne francesi c’è un piccolo castello abbandonato. Le sue dimensioni sono modeste e la facciata graziosa, ricoperta d’edera, ha simmetrie e proporzioni armoniose. È circondato da alcuni caseggiati agricoli e da una cappella, anch’essi disposti in geometrica armonia con l’edificio padronale.
Entriamo da una finestra rotta: eccoci già nel bel salone con boiserie bianca e un grande camino di marmo con uno specchio. Purtroppo con grande delusione troviamo solo un pregiato pianoforte Pleyel nero, ma degli altri arredi non c’è più traccia.
È la stanza successiva ad accenderci l’entusiasmo: una sala biliardo dalle tonalità marroni con un grande tavolo da gioco, ricoperto da un tessuto, mentre al centro svetta un importante vetrina bianca. Al suo interno sono conservate centinaia di tassidermie di volatili di tutti i tipi, colori e dimensioni. Una collezione importante. Prima d’ora non avevo mai visto nulla di simile. Ci sono uccelli di ogni specie: gufi, gabbiani, aironi, anatre, merli e rarità variopinte e poi… una volpe? Mattacchiona, non c’entri nulla! Cosa pensavi di fare lì dentro?
A dominare il salone, un grandissimo Condor dalle ali spiegate, posto su un mobile accanto ad altri volatili malconci.
Proseguendo, siamo al centro del piccolo castello abbandonato, nell’esiguo salone d’ingresso, dove troviamo la scala principale scolpita nel legno. Al pian terreno si susseguono una sala da pranzo con una bella stufa di maioliche e una grande cucina.
Salite le scale, al primo piano ci sono diverse camere da letto. Qui comprendiamo la passione dell’ex proprietario per gli uccelli. Molte carte da parati, tessuti e tendaggi riprendono il tema spesso coerente in molte stanze. Ce n’è una con un grande letto a baldacchino tutta rosa, che ricorda un fenicottero. Ripensandoci, anche nella nella cappella esterna ci sono alcuni ferri battuti che riprendono come motivo alcuni volatili.
Anche le altre stanze si rivelano interessanti, nonostante molti arredi siano stati rubati. Questo luogo, nel corso degli anni, ha subito parecchi furti, fra questi sparirono i gioielli antichi particolarmente importanti come parure e diademi tempestati di pietre preziose, come testimoniano le scatole vuote rimaste sulla mensola di un bel camino. Infine in soffitta, oltre ad un paio di stanze adibite alla servitù, negli armadi a muro sono riposti alcuni cimeli di famiglia.
Purtroppo non ho trovato nessuna informazione storica su questo piccolo castello abbandonato, visitando i suoi interni ho solo conosciuto i gusti particolari del suo ex proprietario. Speriamo che in futuro qualcuno possa tornare ad amare questo luogo e la sua collezione di tassidermie e volatili.
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
Noi di Ascosi Lasciti, con l’esplorazione urbana, ci spingiamo in luoghi talvolta pericolosi, per poterli raccontare. Come sempre, raccomandiamo di NON VISITARLI, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage.
Se questo piccolo castello abbandonato ha stuzzicato la vostra curiosità e alimentato la voglia di esplorare virtualmente insieme a noi altri luoghi abbandonati simili, ecco una ricca lista di manieri abbandonati. Altrimenti cliccando qui si può esplorare virtualmente l’intera regione.
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Classe ’87 e svizzero, Jonathan è uno tra i più famosi autori nel campo “Urbex” e tra i più attivi nel progetto Ascosi Lasciti.
Attratto dalla storia, dalla bellezza estetica, dall’architettura, ha visitato edifici abbandonati in tutta europa.