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Succede che alcuni interessi siano sopraffatti da incombenze e pensieri. Succede che si perda la voglia di affrontare la propria passione perché ormai “ci sentiamo arrivati”: nel mio caso, dopo Pyramiden, non sono stata capace di vedere niente altro perché quel luogo abbandonato tra i ghiacciai non ha uguali. Avevo raggiunto il non plus ultra dell’abbandono.

Succede poi che a uno stop voluto si è susseguito uno stop obbligatorio: la quarantena, il lock down, le fasi… Improvvisamente mi è tornata la voglia di fuggire altrove, di fuggire dalla gente e dai luoghi comuni: quando si è privati della libertà si capisce davvero la sua importanza.

Succede che si torna ad esplorare e fare urbex non tanto per passione quindi ma per necessità. E quale posto migliore di una masseria abbandonata nella mia regione Toscana?

masserie abbandonate - memorie di vita agreste- cascina abbandonata- urbex Toscana.

Ed è per necessità che sono tornata ad esplorare e a scattar foto. Con un’attrezzatura limitata ma funzionale sono tornata con gli amici di un tempo a scollinare tra le verdi colline della mia Regione, ad immergermi nei pruni pizzicanti e a saltare muretti.

Oggi vi racconto un luogo che, seppure nella sua semplicità, racchiude degli scorci interessanti e nuvole di memorie agresti. Una testimonianza unica nella sua semplicità, in quanto uno dei pochi esempi di masseria abbandonata nella regione toscana.
La fattoria è un complesso ampio, in parte divorato dalla vegetazione. La villa centrale racchiude lo sfacelo maturato in anni di decadenza e vandalismo. Osservo le stanze con i grandi camini guadando nelle scartoffie riverse a terra.

Saliamo le scale della masseria abbandonata, menzogne marmoree, gli scalini ricoperti di guano di piccione; non mi mancavano per niente.

Il piano alto della villa è in parte crollato e i corridoi leggermente inclinati ma…quello che vediamo ci lascia semplicemente stupiti: troviamo degli affreschi con chiari rimandi grottesche e dai significati simbolici a me inaccessibili. Questo tipo di pitture erano di moda nelle case patronali di fine Ottocento ed inizio Novecento forse per stupire gli ospiti e deliziare gli occhi in una quotidianità ordinaria.

Gli stabili vicini alla villa racchiudono ciascuno una piccola sorpresa: saliamo alcune scalinate decrepite ed appare una culla rossa e bianca, scendiamo altre rampe e troviamo attrezzi arrugginiti e macchinari per spremere le olive. Entriamo in un capannone e rinveniamo un “mare di smeraldo” composto da miriadi di bottiglie di vetro verde, luccicante, sotto al sole di giugno. La luce brucia le finestre, riflette sul materiale semitrasparente, illumina le ragnatele, fa scappare le lucertole tra i cocci appuntiti. Ed ancora, le botti incassate nel cemento, tante botti per altrettanti litri di vino ed olio che ad oggi si sono prosciugati a causa di un fallimento. Nuotiamo in questi corridoi crollati guardando le botti, il torchio a leva e i colori di una vita agreste dimenticata: colori brillanti che pian piano si stanno spegnendo e piegando sotto al peso delle intemperie.

L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.

Noi di Ascosi Lasciti, con l’esplorazione urbana, ci spingiamo in luoghi talvolta pericolosi, per poterli raccontare. Come sempre, raccomandiamo di NON VISITARLI, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage.

Se la masseria abbandonata in Toscana ha stuzzicato la vostra curiosità, ecco una lista di fabbriche abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati delle Marche?

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