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Il Pianeta dell’Abbandono è costellato di vicende singolari, ognuna delle quali merita di essere raccontata. Il passato racchiuso tra le mura di una masseria, di una villa o di un opificio abbandonato racchiude per definizione quanto meno la storia del suo abbandono. Sono vicende che la cronaca e la storiografia possono svelare solo in parte.

Spesso la verità scientifica cede il passo alla legenda e le storie fantastiche hanno sempre il sopravvento nelle preferenze della gente. Oltre ad avere un inequivocabile fondo di verità che le tiene strette alla storia. Le mura della Masseria abbandonata Cassano custodiscono un falso segreto. Una vicenda terribile che ne ha segnato financo le pietre. E che scuote le notti con echi disperati, lamenti inconsolabili. Accende la fantasia delle menti più facilmente suggestionabili. Fa vacillare le certezze degli scettici fino ad insinuare il dubbio, in costoro, che davvero la casa sia ancora abitata.

La famiglia Cassano, degna epigone dell’aristocrazia terriera partenopea, arriva in Puglia nel ‘400 accasandosi nell’operosa cittadina di Noci. Nel 1612 un ramo della famiglia si trasferisce a Gioia del Colle e si imparenta con la famiglia Gigante, originaria di Acquaviva delle Fonti, consolidando il proprio patrimonio agrario. Nasce e cresce un potere familiare che travalica i secoli fino a quello appena trascorso. Un esponente della famiglia, Paolo Cassano, per un quarantennio fino al 1920 circa, è stato produttore di distillati di vino che sono stati esportati in Europa e nelle Americhe, conseguendo significativi riconoscimenti a livello internazionale. Gli stabilimenti per la produzione di distillati e le costruzioni utilizzate per gli operai che in essi lavoravano, che oggi fanno parte dell’archeologia industriale di Gioia del Colle, sono presenti e visibili sulla via che conduce a Santeramo in Colle, via che da qualche anno ha preso la denominazione ‘Paolo Cassano’. La famiglia continua a segnare le vicende economiche e di costume della Gioia del “secolo breve”. In questo clima il noto architetto gioiese Cristoforo Pinto (1837-1915) mette mano al progetto della Masseria. La costruzione fu’ eretta negli anni immediatamente a cavallo dei mitici “venti” presto seguiti da un primo restauro su ordine della proprietà. La morte di alcuni membri della famiglia diede inizio ad un lungo periodo di abbandono. L’evento luttuoso dovette essere assai grave ed improvviso per gettare nell’oblio progetti tanto ambiziosi. E la fantasia della gente iniziò a ricamare laddove la mancanza di notizie gettava nello sconforto la curiosità paesana assetata di pettegolezzo. Cosa era successo tra quelle mura? Di vero c’era un pozzo. Uno splendido manufatto in grado di approvvigionare l’intera struttura del fabbisogno idrico di tutta la famiglia. Ma anche un orribile recesso ideale per occultare le prove di un peccato. Che fine aveva fatto l’imberbe virgulta destinata a miglior fortuna e sparita poi nel nulla? La matematica della maldicenza non ammette errori. E se è vero che due bugie fanno mezza verità, ecco spiegati quei sussurri, quelle grida e tutta l’animazione che infervora le notti attorno al pozzo al centro delle Masseria abbandonata Cassano. Notti di passioni e di vendetta. Echi riaffioranti dal tubo di pietra a monito delle malelingue. Ma anche a suggello di una verità mai abbastanza indagata.

In epoche più recenti la Masseria abbandonata Cassano, fu comprata da un imprenditore di Santeramo cui celiamo il mone. Egli si apprestò ad un cospicuo restauro rimasto incompiuto, evidente oggi in opere mozze e materiali di risulta. Durante i lavori l’acquirente morì improvvisamente confermando, a chi conferme andava cercando, la maledizione strisciante tra le stanze ed i corridoi. Si disse che oscure forze smantellassero di notte ciò che la solerzia dei mastri carpentieri edificavano di giorno. Si disse che mattonelle collocate a pavimento durante l’ora di fatica venissero ritrovate il giorno appresso pulite e debitamente impilate da mano esperta e diligente. Si disse! Vero è che la villa fu abbandonata al suo destino di dimora infestata, negando ancora una volta a se stessa ed alla comunità il piacere di un utilizzo cui non solo l’occhio gioverebbe.

Il grande ed importante comune che la ospita vanta la presenza di un piccolo ma incantevole teatro terminale di cartelloni di prosa, danza e musica di tutto rilievo; a pochi passi dal teatro la Masseria abbandonata Cassano potrebbe costituire una degna propaggine per attività collaterali, complici non trascurabili le diverse legende circolanti sulla sua storia di per se stesse assai teatrali.

Foto (in ordine di galleria): Valeria Genco, Mimmo De Leonibus, Antonio Nitti

Testo: Antonio Nitti

Se questa masseria abbandonata ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di cascine, fattorie e aree rurali abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati in Puglia?

L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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